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Nel Vicentino

Ristoranti e hotel
Caccia ai cuochi
in fuga all'estero

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Gli allievi dei corsi dell'università del Gusto di Creazzo,
Gli allievi dei corsi dell'università del Gusto di Creazzo,
Gli allievi dei corsi dell'università del Gusto di Creazzo,
Gli allievi dei corsi dell'università del Gusto di Creazzo,

VICENZA. Le cucine italiane si svuotano. E anche quelle vicentine rischiano di restare sguarnite mentre, di contro, si rimpinguano quelle straniere. Dopo la fuga dei cervelli, l'esodo del talento italico si allarga ai "palati", sempre più attratti da stipendi, benefit e opportunità di carriera all'estero.

Con il risultato che, lancia l'allarme l'Ascom, mancano all'appello in città e provincia centinaia di cuochi, camerieri, responsabili di sala e addetti al settore della ristorazione e del turismo. In tutto, secondo il rapporto del progetto Excelsior Unioncamere di luglio, nell'hospitality berica c'è penuria di almeno 288 figure professionali, il 36% delle 880 attualmente ricercate.

 

«Mancano candidati e soprattutto mancano candidati preparati», è il richiamo del direttore di Confcommercio Vicenza Ernesto Boschiero. Ristoranti, hotel, bar, pasticcerie, la caccia al personale, nella patria del buon cibo, è instancabile ma deve fare i conti con la realtà fotografata da Unioncamere per il Vicentino: nel 24% dei casi non si trovano le risorse umane, nel 10,7% non hanno una adeguata preparazione.

«La professionalità, sia in cucina che in sala, è calata negli ultimi anni», ammette Gianluca Baratto, presidente dell'associazione provinciale dei ristoratori.

 

 

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