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In centro a Vicenza

Rinasce la storica "Meneghina". Addio spritz, solo champagne

Da offelleria a champagneria, il passo non è stato breve. Tutt’altro. Sono dovuti passare infatti esattamente 231 anni, due guerre mondiali, una pandemia, un nuovo conflitto alle porte dell’Europa. E poi la rivoluzione digitale e sociale e il profondo mutamento delle abitudini e dei costumi gastronomici e culturali di intere generazioni. Ora, dopo quasi tre anni di chiusura, “La Meneghina” di contra’ Cavour 18 ritorna in una nuova, nuovissima veste. Champagneria, appunto. Una pelle inedita per la bottega storica a due passi da piazza dei Signori, aperta nel 1791, come ricorda la lucida targa in ottone affissa all’ingresso. Farmacia, pasticceria, offelleria, si diceva. 

Sono tante le versioni in cui il negozio ha accompagnato i vicentini in oltre due secoli di attività ma mai, nella sua lunga vita, ha avuto cantina e caveau stipati di prestigiosi vini francesi. Soprattutto champagne, che costituisce il 90 per cento della carta che il neotitolare Alberto Tessari sta curando nei minimi dettagli in vista dell’inaugurazione della sua “La Meneghina- Champagne for breakfast”, prevista intorno al 23 maggio. Appassionato di gastronomia e di bollicine francesi in particolare, Tessari, classe 1990, si prepara a raccogliere il glorioso passato del locale per proiettarlo in un futuro fatto di qualità, ricerca, attenzione al cliente. 

Questo il fil rouge del progetto di ristorazione che punta su materie prime eccellenti, «abbiamo selezionato i migliori prodotti in Italia, dal pane all’olio», su un servizio di alta gamma «il nostro chef lavorava in ristoranti stellati» garantito da uno staff di otto persone e su una filosofia contemporanea di degustazione. Niente spritz o prosecco, insomma, questo è certo. «Vogliamo sdoganare la concezione dello champagne solo come vino da cerimonia, qui lo si potrà trovare sempre, dalla colazione all’aperitivo», spiega Tessari, mentre dalla sala alla cucina, fervono i preparativi. 

Dopo due anni di chiusura, il bar è stato infatti completamente restaurato: il mobilio originale viene mantenuto e al bancone in legno scuro si potrà anche consumare, grazie all’inserimento di sgabelli e all’installazione di un’ampia postazione per la mescita. Una settantina i coperti, tra i tavoli nella saletta interna e il plateatico che verrà riallestito all’esterno. Il cuore del ristorante però - che servirà pranzi e cene sei giorni su sette, con turno di chiusura al lunedì - è nella cantina, «dove organizzeremo anche eventi e visite»: tremila bottiglie di champagne per 400 referenze e oltre 180 produttori. Il 90 per cento, appunto, è rappresentato da champagne. «Ma non si pensi solo ai nomi più blasonati e costosi, ci sono tante piccole etichette di qualità che potranno soddisfare la clientela a partire da otto euro al calice», sottolinea Tessari. 

Per lui - poco più che trentenne e con un passato professionale nel campo delle consulenze aziendali – assumere la guida di una realtà di pregio come “La Meneghina” è una sfida non da poco, specie dopo due anni di Covid che hanno lasciato profonde ferite nel settore dell’hospitality. «Cercavo uno spazio in centro storico e si è presentata l’opportunità della “Meneghina” - conclude Tessari - siamo pronti ad offrire un locale e un’esperienza di qualità, in linea con il valore storico della location». 

 

Giulia Armeni

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