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Vicenza

Rifiuti, svolta “green”: differenziata al 75% e plastica raddoppiata

Di strada da fare ce n’è ancora molta, come dimostrano i 250 chili di rifiuti raccolti dai volontari di Plastic free ieri mattina al parco Retrone. Ma di strada se n’è percorsa anche parecchia. E in questo caso parla la “Banca dati dei rifiuti urbani” di Arpav. In dieci anni, ossia tra il 2010 e il 2020 (ultimo dato disponibile) la raccolta differenziata nel capoluogo è salita infatti del 25% per cento. E nello stesso tempo la raccolta della plastica è praticamente raddoppiata. Il che significa che al momento di decidere dove buttare sacchetti e bottigliette, ci si pensa un po’ di più e si cerca il contenitore specifico. Nel 2020 nella sola città di Vicenza - in un bacino di 110 mila abitanti, 55.149 utenze domestiche e 7.634 non domestiche - sono stati prodotti in totale 67.027.635 chilogrammi di rifiuti (607 chili pro capite), ossia oltre 67 mila tonnellate, con una percentuale di differenziata pari al 75,1 per cento. Un salto in avanti rispetto a dieci anni prima, quando la differenziata si fermava al 50%. Nel 2010, infatti, quando la popolazione sfiorava i 116 mila abitanti (115.927) con 53.901 utenze domestiche e 8.343 utenze non domestiche, le tonnellate di rifiuto prodotte nel capoluogo erano state 71.644 (618 chili pro capite), di cui 35 mila di rifiuto residuo e altre 36 mila di raccolta differenziata. Tra il 2010 e il 2020 la produzione totale di rifiuti è scesa del 6%, ma va ricordato che nel frattempo sono calati gli abitanti ed è scoppiata la pandemia. 
Dal 2010 in ogni caso il miglioramento è stato progressivo. Tra tutte le singole voci spicca il dato della plastica, passata dai 62.720 chili del 2010 ai 118.687 chili del 2020. In netta diminuzione invece i rifiuti da spazzamento stradale (destinati a finire nel calderone degli scarti indifferenziati), passati dalle 3.599 tonnellate (31 chili pro capite) del 2010 ai 952.380 chili (8,63 chili a testa) del 2020. In aumento anche i medicinali raccolti. Nel 2010 la raccolta dei prodotti per la salute scaduti, finiti o non più utilizzati incideva per 17.060 chili, mentre nel 2020 ha toccato i 19.650 chili. Va ricordato, tuttavia, che l’esplosione della pandemia, può aver influito. Salgono, tra le varie classi di rifiuto, anche la raccolta del vetro (passata da 3.823 tonnellate a 5 mila tonnellate); e della carta e del cartone (da 8.871 tonnellate a 9.532). Sostanzialmente invariata, invece, la raccolta del tessile, che da gennaio 2022 è invece obbligatoria. Nel 2010 la voce “stracci e indumenti dismessi” contava 321.317 chili mentre nel 2020 la voce “tessile” parla di 321.390 chili. Praticamente un aumento dello 0.023 per cento in un decennio. 
Di riciclo e riuso si è parlato anche ieri durante la domenica ecologica dedicata proprio a questi temi. Niente blocco del traffico, ma laboratori e passeggiate. Saltate invece le visite guidate ai laboratori della cooperativa Insieme, realtà che fa scuola a livello nazionale e anche oltre confine sull’argomento. «Ogni anno - spiega la presidente della Marina Fornasier - trattiamo circa mille tonnellate di merce, ossia materiale che si pensa possa avere un potenziale di riuso». Circa un quarto di beni è frutto di donazioni, i rimanenti sono rifiuti «che recuperiamo nei luoghi deputati, come ecocentri o sgomberi civili e industriali». Di tutto ciò «circa 800 tonnellate viene recuperato». Lavoro che viene fatto in apposti laboratori, con rigidi criteri. Attività che vedono, nello spirito della cooperativa, l’impiego di operatori esperti assieme a persone che stanno seguendo percorsi di recupero e reinserimento sociale. Queste mille tonnellate sono in realtà già il risultato di un primo processo di selezione fatto dagli operatori. Nel concreto, dunque, quelli che vengono trattati dalla cooperativa Insieme «sono quantitativi molto più alti di materiale, che però capiamo subito che non hanno possibilità di riuso». Le strade restano il riciclo spinto al massimo e lo smaltimento. 
In azione ieri anche Plastic free, in una giornata di mobilitazione nazionale. Venticinque i volontari attivi in città. «Meno di altre giornate - sottolinea il referente Roberto Longo - ma perché eravamo sparsi in dieci comuni. Il che è positivo». Da parco Retrone sono spuntati 250 chili di rifiuti tra cartacce, bottigliette, mascherine. Gesti di inciviltà duri a morire.

Alessia Zorzan

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