Basta delivery, take away e aspettative deluse. Il mondo della ristorazione chiede di poter ricominciare sul serio, dopo un anno segnato da perdite del fatturato del 40 per cento e il punto fermo è aprire a cena. Questa la richiesta presentata da Fipe Confcommercio al ministro Giorgetti in vista della definizione del nuovo dpcm.
«Ormai è chiaro che non è la ristorazione la causa dell'aumento dei contagi - ribadisce Gianluca Baratto, presidente di Fipe Confcommercio Vicenza - oltre a mantenere tutte le misure di sicurezza in vigore noi possiamo aggiungere l'obbligo della prenotazione, come fossimo degli hotel, e ci impegniamo a conservare i nomi per due settimane».
Tutta la categoria ritiene «fondamentale adottare un piano per la ripartenza, graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta a chi dispone di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni».
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