La ricreazione cambia veste e diventa pausa formativa. Non più quindici minuti, ma trenta a spezzare la mattinata sui banchi e trasformare l’intervallo in un’esperienza stimolante. A partire da lunedì 30 gennaio fino a sabato 4 febbraio l’istituto Rossi scombina le carte proponendo agli studenti una formula presa a prestito dalle scuole europee dove la didattica pedagogica è il motore del sistema scolastico.
La sperimentazione
Il progetto che l’istituto di via Legione Gallieno propone per una settimana ai ragazzi in via sperimentale, in attesa di renderlo definitivo il prossimo anno, nasce dall’incontro con Beate Weyland, giovane docente di didattica alla facoltà di scienze della formazione della Libera Università di Bolzano, autrice di diversi studi sul rapporto tra pedagogia e architettura e design, promotrice del collettivo Padlab che sviluppa percorsi di progettazione condivisa nei processi di costruzione, ristrutturazione o semplice appropriazione e ripensamento degli edifici scolastici. «Con Beate Weyland abbiamo organizzato per una trentina di insegnanti del nostro istituto un corso di formazione sulle sperimentazioni didattiche - spiega il dirigente del Rossi, Alberto Frizzo - dal confronto con altre realtà all’estero sono scaturite cinque proposte interessanti che vogliamo sperimentare nelle prossime settimane con gruppi ristretti di sei classi che si muoveranno all’interno di un grande laboratorio».
Ripensare il tempo a scuola
Si parte con la ricreazione come pausa formativa, antidoto contro l’apatia degli studenti vittime dello scroll compulsivo per aggiornare il feed dei social, con il risultato che l’intervallo rischia di trascorrere in solitudine e con gli occhi incollati allo smartphone. Mezz’ora di stacco ricavata da un’erosione di cinque minuti per ogni ora di lezione consentirà invece di promuovere la socialità. «I ragazzi - aggiunge il preside - potranno leggere libri e quotidiani in biblioteca, approfondire gli argomenti svolti in classe, giocare a scacchi o a ping pong. L’ottica è quella di valorizzare gli spazi comuni e ripensare il tempo scuola creando opportunità di relazione tra pari oltre che tra alunni e insegnanti».
Ma in cantiere c’è anche la realizzazione dei cosiddetti ambienti di apprendimento, aule disciplinari tematiche dedicate cioè alle singole discipline. Nell’aula di matematica, ad esempio, si troveranno libri, riviste, poster, software che favoriscono l’immersione nel mondo dei numeri.
La terza proposta riguarda il “setting” d’aula che da tradizionale diventa cooperativo. «Saranno gli studenti a personalizzare la propria aula studiando una disposizione dei banchi ad isola che faciliti il lavoro di gruppo creando un ambiente dinamico», prosegue Frizzo, sottolineando che «diversi studi scientifici provano che uno spazio meno rigido e più flessibile influenza l’apprendimento e facilita il lavoro dei docenti».
Valorizzazione dei laboratori e qualificazione degli spazi esterni attraverso il verde rappresentano le ultime due sfide del progetto che rientra nel piano “Scuola 4.0” previsto dal Pnrr con l’obiettivo di creare ambienti di apprendimento innovativi ed eco-compatibili che per adesso sono a costo zero, ma in seguito richiederanno investimenti.
Questionario per studenti, famiglie e docenti
Sul debutto nella scuola del futuro, approvato dagli organi collegiali e realizzato in collaborazione con il comitato genitori del Rossi, si tireranno poi le somme. «Un questionario distribuito a studenti, famiglie e docenti - fa sapere il vicepreside Giorgio Baldisseri - servirà alla fine per capire il gradimento dell’iniziativa che verrà monitorata ogni giorno dagli insegnanti in una sorta di diario di bordo».