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Altavilla

Rabeah, la prima
consigliera
comunale col velo

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Rabeah Allhaj-yhia siriana entrerà in consiglio comunale. A. MASSIGNAN
Rabeah Allhaj-yhia siriana entrerà in consiglio comunale. A. MASSIGNAN
Rabeah Allhaj-yhia siriana entrerà in consiglio comunale. A. MASSIGNAN
Rabeah Allhaj-yhia siriana entrerà in consiglio comunale. A. MASSIGNAN

Luisa Nicoli

Una consigliera con il velo. Rabeah Allhaj-yhia, ad Altavilla dal 1995 e cittadina italiana dal 2004, musulmana di origine siriane come il marito, entrerà in consiglio comunale, alla prossima seduta, nei banchi della minoranza per la civica “Vince Altavilla”. Operatore socio- sanitario e mediatrice culturale, 43 anni e tre figli, sostituirà il capogruppo Luigi Stocchiero, dimissionario. Rabeah, per molti Raby, è impegnata da anni nel sostenere la Siria, il suo paese d’origine, dove ancora vivono mamma Nabha e una sorella. È un’attivista dichiarata per l’associazione “Insieme per la Siria libera” e componente di “Donne Musulmane d’Italia” e per questo dal 2008 non è più potuta tornare in patria. «Non posso rischiare - dice - per la mia famiglia».

Arrivata ad Altavilla a 22, è una cittadina italiana a tutti gli effetti. «In Siria sanno che questo è il mio paese, ma una fetta del mio cuore è là. Ai miei figli dico sempre che siamo cittadini del mondo e che l’importante è saper vivere insieme ed avvicinarsi agli altri: bisogna contare sui punti in comune e non su quello che ci differenzia».

In Italia vive la democrazia, dice, ma con la preoccupazione forte per il proprio paese. «Quando è iniziata la rivoluzione io ero già qui - continua - la mia famiglia però l’ha vissuta e la sta ancora vivendo, abbiamo avuto delle vittime. Fortunatamente molti fratelli sono andati via, vivono tra Turchia, Arabia Saudita, Libano ed Emirati Arabi. Quella di mamma di restare in Siria è stata una scelta. Dice che si muore mille volte fuori casa. Sono preoccupata ma ho rispettato la sua decisione». Sulla situazione profughi nel Vicentino Rabeah ha le idee chiare. «Conosco soprattutto la situazione siriana e del Medio Oriente. Quando i profughi arrivano qui, dicono che vorrebbero poter tornare a casa. Bisognerebbe creare le condizioni per rendere questo possibile, facendo dei progetti nel loro paese, nella loro terra. Il problema è che l’Occidente quando è scoppiata la rivoluzione in Siria, e in altre zone, ha girato la testa. E non ha fatto molto. Adesso quindi subisce l’arrivo dei profughi. Perché non ha risolto il problema prima là».

Ad Altavilla Rabeah organizza serate ed eventi per portare la vera voce della Siria e raccogliere fondi. Di sé racconta. «Non ho avuto problemi di integrazione. Ho tre figli che frequentano le scuole locali e tanti amici. La difficoltà all’inizio è stata mia, perché non riuscivo ad esprimermi. Ma ho imparato lingua, costumi e abitudini. Il velo? Lo porto da sempre e non mi ha mai creato difficoltà. Ormai la gente si è abituata a vedermi. Certo 20 anni fa era diverso. Adesso le cose sono cambiate».

Sul nuovo incarico di consigliere spiega: «Inizio la mia attività amministrativa pronta ad imparare, aiutata dai consiglieri Francesco Albera e Giulia Tirapelle, e a collaborare con gli altri partiti per lavorare insieme. Ho accettato la proposta della civica perché mi sento italiana e al servizio del cittadino. Mi sono messa in gioco grazie al gruppo. Vivo questa esperienza nella democrazia. Vorrei che un giorno anche la Siria vivesse tutto questo».

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