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Anche nel Vicentino

Pronti a fondare
partito neonazista
Indagati in 19

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Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato
Il materiale sequestrato

VICENZA. Sono 19 i decreti di perquisizione domiciliare eseguiti dalla Digos di Enna nei confronti di altrettanti estremisti di destra indagati per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere. L’inchiesta, avviata da circa due anni, è coadiuvata dagli omologhi uffici di Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro.

 

Vi sono anche due coniugi vicentini tra i cinque veneti rintracciati dalla Digos nell’ambito dell’inchiesta sull’estremismo di destra. L’uomo ha 42 anni, la moglie 40. I due si erano trasferiti dal capoluogo veneto in Sicilia l’estate scorsa ma dall’inizio di novembre avevano fatto rientro a Vicenza, in cerca di una nuova casa. Sono stati trovati dagli agenti nell’abitazione di amici. L’uomo, in particolare, ha vari precedenti per maltrattamenti e stupefacenti.

 

«Possiamo avere a disposizione armi e esplosivi, sforneremo soldati pronti a tutto. Presto costituiremo il Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori». Il nuovo aspirante fuhrer in salsa italiana ha il volto di una donna: di giovani ragazze o di quello di una madre di 45 anni che si definiva ’sergente di Hitler’. Donne che con i loro suoi seguaci erano pronte ad irrompere in tutta Italia sulla scena dell’estremismo di destra con un proprio soggetto politico mentre sui social si arruolavano nuove leve: ad addestrarli c’era un ex pentito della ’ndrangheta. Si avvicina molto ad un romanzo di fantapolitica la vicenda del gruppo di 19 estremisti indagati in tutta Italia, per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere. A rivelare il sottobosco filonazista, con un insolito vertice al femminile, sono state le indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno che hanno portato a perquisizioni in tutta Italia.

Il movimento, farcito di retorica antisemita e xenofoba, affascinava gli estremisti neri da Nord a Sud, dalla Sicilia al Veneto. E tra loro c’erano diverse donne: dall’impiegata di un’azienda, una mamma 45enne originaria di Cittadella che evidentemente conduceva una doppia vita, a una 26enne che avrebbe partecipato e vinto il titolo di "Miss Hitler". Le adepte del fuhrer spesso vestivano in modo da poter rendere visibili i simboli del loro fanatismo, con svastiche, marchi delle Ss e croci celtiche. «Io sposerei un ebreo solo per torturarlo giorno dopo giorno», diceva una di loro. E ancora: «Solo a parlare dei giudei mi viene il prurito, brutte bestie vanno sterminati». Tra il materiale sequestrato anche volantini con insulti ai parlamentari Emanuele Fiano e Laura Boldrini.
Tutti erano in contatto attraverso una chat chiusa denominata «Militia» e finalizzata all’addestramento dei militanti. In particolare, questo ruolo era affidato ad un pregiudicato calabrese, ex «legionario» ed esponente di spicco della ’ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure. «Sono in grado di acquistare armi con un prezzo vantaggioso», diceva lo ’ndranghetista, alludendo con altri all’intenzione di «sfornare soldati pronti a tutto» mentre sui social si reclutavano nuovi adepti.
Una serie di legami erano stati stretti anche all’estero: il gruppo cercava anche di accreditarsi in diversi circuiti internazionali avviando contatti con organizzazioni di rilievo come «Aryan Withe Machine - C18» (gruppo che ha dei riferimenti ai «Combattenti di Adolf Hitler» ed è espressione del circuito neonazista Blood & Honour inglese) ed il partito d’estrema destra lusitano «Nova Ordem Social». È stata anche verificata la partecipazione di alcuni componenti alla «Conferenza Nazionalista» svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione «nazionalsocialista» di Portogallo, Italia Francia e Spagna. Anche in questo caso ad intervenire a nome del neonato partito nazionalsocialista italiano è stata una donna, che in veste di relatrice alla conferenza attirava l’attenzione dei partecipanti con accese parole antisemite.

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