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Mobilità a Vicenza

Prigionieri del traffico: servono 27 minuti per fare quattro chilometri

Strada Pasubio: la rotatoria dell’Albera con l’apertura della bretella dovrebbe essere alleggerita dal traffico
Strada Pasubio: la rotatoria dell’Albera con l’apertura della bretella dovrebbe essere alleggerita dal traffico
Strada Pasubio: la rotatoria dell’Albera con l’apertura della bretella dovrebbe essere alleggerita dal traffico
Strada Pasubio: la rotatoria dell’Albera con l’apertura della bretella dovrebbe essere alleggerita dal traffico

Attraversare la città nell’ora di punta è una missione per automobilisti pazienti. Da nord a sud, da est a ovest. Per passare da un capo all’altro del capoluogo ci vogliono dai venti a trenta minuti (se poi piove, come accaduto nella giornata di venerdì inevitabilmente il tempo si dilata). No, non sono stime. Sono le rilevazioni puntuali che sono state effettuate dai tecnici nell’ambito dell’elaborazione del Pums. Si chiama “Matrice origine/destinazione” ed è lo schema dettagliato che è stato preparato da Tps, Systemica e studio Tombolan&associati.

Nell’ambito di un lavoro certosino che è stato effettuato scandagliando le strade di Vicenza, intersezione per intersezione, i professionisti al lavoro per redigere il Piano urbano della mobilità sostenibile hanno anche analizzato gli spostamenti e i tempi di percorrenza degli automobilisti. Il rilievo «sincronico» (effettuato mediante apparecchiature bluetooth) è stato svolto nella giornata del 23 ottobre 2020 - si legge - su 22 punti complessivi: da strada padana verso Verona a viale Sant’Agostino; da strada di Bertestina alla Riviera Berica e via così. I tempi, va detto, potrebbero anche essere valutati al ribasso se si considera che a fine 2020 - anno della pandemia - gli spostamenti non si potevano di certo considerare a pieno regime. Quel che emerge, in ogni caso, è che per la maggior parte dei percorsi (lo studio è stato effettuato nell’ora di punta del mattino: dalle 7.30 alle 8.30) risulta molto più conveniente salire in sella a una bici che rimanere al volante.

Basta prendere il “tratto” più lungo. Non certo in termini di chilometri ma di tempo di percorrenza. Si parte dall’ospedale e si arriva in strada Pasubio. Sono circa 4 chilometri. In una domenica pomeriggio - vedi ieri alle 15 - ci vorrebbero in auto 7 minuti, secondo i dati in tempo reale forniti da Google maps; in un mattino feriale, secondo le rilevazioni effettuate con il Pums, ne servono 27. Un vero e proprio record negativo. Non va meglio per chi rimane a nord. Da strada Marosticana a strada Sant’Antonino. Si parte poco dopo Laghetto e si arriva prima di ponte Marchese, passando per viale Dal Verme. Anche in questo caso sono 4 chilometri: basterebbero sei minuti in una domenica come quella di ieri. All’ora di punta di quel 23 ottobre 2020 (giorno della rilevazione) sono 25 minuti. Medesimo tempo, cronometro alla mano, per la “tappa” che va da strada di Saviabona a viale Risorgimento; solo che in questo caso i chilometri sono sei.  Per trasferirsi da una parte all’altra della città non si scende sotto la soglia dei 20 minuti. Ad esempio da viale Anconetta (poco prima del passaggio a livello) fino a strada padana verso Verona (Ponte Alto) sono esattamente 23 minuti. Viceversa, da strada Biron di sotto a strada di Bertesina (8 chilometri) servono 22 minuti (ne basterebbero 12).

Spulciando la matrice che è stata elaborata dai professionisti emergono poi altre situazioni paradossali: ad esempio da ponte degli Angeli a viale Milano sono 13 minuti. I chilometri in questo caso sono 3,2. In bicicletta basterebbero 7 minuti. Dalla rotatoria di Borgo Scroffa a quella di Santa Croce, tabella alla mano ci si impiega 8 minuti; anche in questo caso la bicicletta porterebbe a guadagnare un minuto. Se invece da porta Santa Croce si vuole andare verso viale Rumor bisogna pazientare poiché servono 10 minuti; sono esattamente 1,6 chilometri. Inutile ripetere che pedalando ci vorrebbe molto meno. Il problema, però, è che non sempre e non ovunque ci sono le infrastrutture per le biciclette.

Certo, è ovvio che non tutti possono scegliere di andare in bicicletta. E proprio per questo tra gli obiettivi del Pums c’è «la realizzazione della tangenziale nord e l’attuazione di interventi di regolazione della circolazione che creino discontinuità per il traffico veicolare generico negli itinerari di attraversamento del centro storico (cerchia del ‘200), riservando tali itinerari ai mezzi di trasporto pubblico di ridotte dimensioni, alle auto dei residenti nel centro e alle auto in accesso ai parcheggi»: Ma poi anche «la realizzazione di estese zone 30, conservando al normale limite di 50 chilometri orari gli itinerari viari interessati dal transito dei mezzi pubblici». 

 

Nicola Negrin

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