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Arcugnano

Porto degli angeli
La procura indaga
«Abuso edilizio»

Una veduta dell'anfiteatro dall'alto
Una veduta dell'anfiteatro dall'alto
Arcugnano, anfiteatro gli interni (MASSIGNAN)

ARCUGNANO.  ORE 9 La procura indaga sul Porto degli Angeli. Il sospetto degli inquirenti è quello che viene definito l'Anfiteatro marittimo sia in realtà un colossale abuso edilizio. «Dopo la segnalazione che abbiamo ricevuto abbiamo avviato accertamenti», ha spiegato brevemente il procuratore Antonino Cappelleri, che ha sottolineato come i suoi uffici abbiano avviato accertamenti per fare luce sulle opere di Arcugnano. 

Nei mesi scorsi, infatti, dopo un sopralluogo la polizia locale aveva inviato un verbale a Borgo Berga, evidenziato una serie di presunte irregolarità. Il sospetto degli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Alessia La Placa, è che i diversi manufatti presenti nell'area verde non siano reperti archeologici, ma strutture di recente fabbricazione, compiuta senza informare il Comune, senza una Dichiarazione di inizio attività e senza alcuna autorizzazione. Se così fosse, si potrebbe arrivare all'abbattimento delle opere abusive, visto che sarebbero sorte in una zona tutelata.

 

Anche gli esponenti del Movimento 5 stelle di Arcugnano nel giugno scorso avevano inviato un esposto, prima all'ufficio tecnico comunale e, poi, al Corpo forestale. Il lavoro dei pentastellati prosegue sottotraccia da qualche anno, con la raccolta di dati, testimonianze e documentazione fotografica che comproverebbe «la presenza di manufatti di recente costruzione» nell'area di via Fontega 50.

 

Giovedì 27 ottobre

 

ORE 10  Anfiteatro sui colli: il sospetto è che si tratti di un abuso edilizio, tanto che il sindaco Paolo Pellizzari ha disposto accertamenti ed indagini raccogliendo carte e documenti che ha poi inviato in Procura. L'amministrazione comunale è venuta a conoscenza del "ritrovamento archeologico" solo pochi mesi fa, dopo che negli uffici era pervenuto l'esposto di un privato, al quale se n'è aggiunto un secondo. Eppure è già dal marzo 2014 che il "Complesso monumentale dell'anfiteatro Marittimo Berico Porto degli Angeli" è pubblicizzato in rete. «L'ipotesi - sostiene il primo cittadino di Arcugnano - è che siano stati eseguiti i lavori senza  aver ottenuto i relativi permessi». «Abbiamo anche cercato di approfondire - ha concluso Paolo Pellizzari - gli aspetti storici ma non abbiamo trovato alcuna traccia di un anfiteatro nella nostra zona».

 

 

ORE 6 E sui Colli Berici spunta all’improvviso un anfiteatro romano. Ci sono le statue, i gradoni, le colonne, persino un laghetto. Peccato solo che, di quest’opera, nessuno sapesse nulla. Sembra essere sbucata all’improvviso, all’insaputa dell’amministrazione e pure dei residenti di Arcugnano. Che ci fosse qualcosa di strano qualcuno lo aveva intuito: gli abitanti di località Fontega sostengono di aver notato, nei mesi scorsi, un gran via vai di camion e di essersi chiesti come mai quel traffico e quel trambusto improvviso.  

 

 

 

Il nome è piuttosto altisonante: “Anfiteatro del Porto degli Angeli” e basta digitare queste poche parole su un motore di ricerca per scoprire che c’è anche un sito internet (con relativa versione inglese) in cui si spiega che «L’anfiteatro del Porto degli Angeli, o almeno, i suoi resti, un residuo del periodo Neolitico dell’Antico Mare Berico, è un teatro privato fra i pochissimi e più antichi, esistenti al mondo, noto per la metà della scena nella platea che si trova in acqua». Nel sito si legge che «fu solo nel 2005, dopo anni di ricerche, in seguito a uno smottamento di terreno che mostrava la sua tipica forma ellittica che Franco Von Rosenfranz comprese per primo di trovarsi dinnanzi ai resti di quell’anfiteatro perduto». Spiegazioni un po’ fumose, che non svelano il mistero. A cominciare dalla proprietà: l’anfiteatro sarebbe infatti di una società estera. Poi c’è la questione “burocratica” da chiarire. Al Comune non sarebbe arrivata alcuna carta. Non ci sarebbero insomma né autorizzazioni né permessi, che peraltro non sarebbero necessari se i resti romani fossero sul serio emersi dalle acque. Quello che sembra chiaro è invece l’aspetto del business. Perché a quanto pare dopo l’inaugurazione ufficiale sarebbero in calendario una serie di visite guidate al prezzo non proprio accessibile di 40 euro. 

 

A creare ancora più scompiglio, infine, è stato un comunicato diffuso nei giorni scorsi con l’annuncio dell’arrivo dell’archeologo Maurizio Tosi all’hotel Villa Michelangelo, atteso per questa sera. Un incontro nel quale «illustrerà le motivazioni tecniche che purtroppo non permetteranno più a Vicenza di godere del marchio Patrimonio mondiale dell’umanità» e  spiegherà il «valore del ritrovamento». Comunicato che ha fatto infuriare il vicesindaco Bulgarini d’Elci: «Ma quale complesso monumentale? Ma quale sito storico? Ma quale origine greca? E, soprattutto: ma quale espulsione di Vicenza dall'Unesco?» Bulgarini d'Elci è categorico: «Siamo di fronte ad una bufala colossale. Tralasciando di commentare l'abuso di credulità popolare che i promotori dell'iniziativa mettono in atto, facendo intendere che tale recentissima e discutibile costruzione sia al contrario uno spettacolare monumento antico, a fronte delle numerose falsità presenti nel testo - aggiunge - ho chiesto all'avvocatura comunale di valutare iniziative legali per accertare responsabilità penali in capo agli autori del comunicato. Non mancheremo di segnalare il fantasmagorico Anfiteatro Marittimo alla Soprintendenza per verificare che la sua edificazione abbia rispettato tutti i vincoli. L'impegno del Comune di Vicenza per la tutela dei beni Unesco resta massimo».

 

 

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