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La protesta

Pensioni, "tagli" per 60 mila vicentini

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Il quartier generale vicentino dell'Inps a San Felice: pensionati sul piede di guerra
Il quartier generale vicentino dell'Inps a San Felice: pensionati sul piede di guerra
Il quartier generale vicentino dell'Inps a San Felice: pensionati sul piede di guerra
Il quartier generale vicentino dell'Inps a San Felice: pensionati sul piede di guerra

VICENZA. I sindacati sono sul piede di guerra dopo la stretta del governo sulla rivalutazione delle pensioni prevista dalla legge di Bilancio 2019. Va detto che il provvedimento non tocca tutte le pensioni ma solo quelle che superano di tre volte il trattamento minimo (fino a 1.516 euro lordi mensili) e, a seconda delle aliquote, il mancato aumento varierà da 0,29 centesimi a 31 euro mensili lordi. C'è poi un altro aspetto che fa infuriare i pensionati, ossia il capitolo restituzioni. Coloro che in questi primi dell'anno hanno comunque percepito l'aumento - così come previsto dal governo Letta che l'ha reintrodotto - dovranno restituirlo. Raffaele Consiglio, segretario generale di Cisl Vicenza ha pochi dubbi: «Perché le manovre finanziarie devono pagarle sempre e solo i pensionati e i lavoratori dipendenti?».

 

Dei circa 182 mila pensionati residenti in provincia il mancato aumento, secondo Spi Cgil, interesserebbe qualcosa come il 30 per cento di questi. A livello nazionale il governo ha previsto un risparmio di oltre 2 miliardi di euro in tre anni. Coinvolti, in Italia, sono oltre cinque milioni di pensionati.L'irritazione per la decisione del governo gialloverde accomuna i sindacati confederali. «Anche questo governo tratta i pensionati come un bancomat e ancora una volta mette le mani nelle loro tasche», commenta Chiara Bonato di Spi Cgil che parla di «sorpresa amara».  

FE.MU.

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