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I disagi

Patente lumaca, nuovo esame: 7 mila vicentini in lista di attesa

Un esame di teoria più magro per la patente. Vicenza fa da apripista ma resta il rischio di ingolfare il motore della motorizzazione in cui potrebbero rimanere “schiacciati” i 7 mila che, dopo aver superato i test, stanno già aspettando di sostenere la prova pratica. 
Il Covid ha rivoluzionato molti settori. Uno di questi è di sicuro quello delle patenti. A problemi antichi che già pesavano sulla pianta organica della motorizzazione berica, si sono aggiunti i nuovi divieti anti-contagio che hanno azzoppato pesantemente anche le scuole guida, rarefacendo lezioni teoriche e guide e, allo stesso tempo, dilatando i tempi in cui gli utenti sono in grado di poter stringere in mano l’agognata e spesso indispensabile licenza di guida. Così, dopo il ritocco al foglio rosa, la cui durata è stata prolungata a un anno qualche mese fa, ecco la seconda grande novità che entra in vigore da lunedì e che la motorizzazione vicentina metterà subito in pratica che, di fatto, snellisce l’esame di teoria.

L’esame In definitiva, per far fronte alla mole di candidati a ottenere la patente in tutta Italia, la direzione generale della motorizzazione ha dato una sforbiciata all’esame di teoria: se fino a oggi ogni candidato doveva rispondere a 40 quesiti in 30 minuti, da lunedì si passerà a 30 domande con 20 minuti a disposizione. Prima erano concessi quattro errori che ora calano a tre. La norma sarà valida su scala nazionale da lunedì e nella stessa giornata l’ufficio provinciale di Vicenza sarà il primo a mettere a disposizione degli utenti dei turni suppletivi secondo la nuova normativa. Le schede composte da 30 quiz somministrate ai candidati manterranno il criterio di casualità ma sarà comunque garantita la presenza di domande relative a tutti gli argomenti previsti dalla normativa. La stima è che sarà possibile sottoporre all’esame tra i 60 e i 70 candidati in più.

Le autoscuole Christian Filippi è il segretario nazionale autoscuole di Confarca: «Penso sia stato molto importante dare all’utenza un segnale come quello che è venuto dall’ufficio di Vicenza, che ha dimostrato molta sensibilità riguardo le tempistiche di attesa dei candidati, soprattutto in un momento di ripresa come questo, in cui il possesso della patente permette di entrare nel mondo del lavoro. Un ringraziamento quindi, da parte di tutte le autoscuole della provincia, al responsabile dell’ufficio e a tutti gli esaminatori». Filippi vede anche il rovescio della medaglia: «Da educatore stradale però, devo ammettere la mia preoccupazione e mi auguro che questa norma sia solo dovuta alla concausa della situazione di emergenza sanitaria e di carenza di personale. La sicurezza stradale non deve essere “merce di scambio”, e ridurre il numero di quiz può rappresentare un abbassamento della qualità di preparazione dei futuri conducenti». Paola Tommasini, presidente di Unasca Confcommercio Vicenza, è moderatamente soddisfatta anche se la sua preoccupazione mira altrove: «Il fatto che abbiano aumentato la possibilità di darci delle teorie in più, diminuendo i minuti, per noi autoscuole è stato un po’ di ossigeno perché, come aziende, dobbiamo anche guardare le spese e fare teorie in più significa avere maggiori entrate. Questo non ha risolto la situazione, perché queste sono teorie in più ma restano le guide che non vanno smaltite e, anzi, sono ferme. Da una parte siamo contenti ma sappiamo che dovremo avere a che fare con le lamentele dei genitori e dei ragazzi che vorrebbero la patente prima mentre ora ci vogliono sei mesi. Aiuti a Vicenza non ne arrivano e c’è cecità del ministero. La carenza del personale di Vicenza è realtà da oltre 20 anni. Sarei più ottimista se arrivassero degli aiuti o delle assunzioni, perché dall’anno prossimo ci saranno altri due pensionamenti». 

 

Karl Zilliken

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