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Vicenza

Partorisce il bimbo
e finisce in coma
Muore 5 anni dopo

Una sala parto e, nel riquadro, Lorena Manfrin, 50 anni
Una sala parto e, nel riquadro, Lorena Manfrin, 50 anni
Una sala parto e, nel riquadro, Lorena Manfrin, 50 anni
Una sala parto e, nel riquadro, Lorena Manfrin, 50 anni

VICENZA. È morta dopo quasi 5 anni di coma. Lorena Manfrin sognava quel bimbo, il suo primo figlio, ma era riuscita a vederlo solo pochi istanti. Oggi Pietro ha quasi 5 anni e sta bene. La sua mamma, da qualche giorno, non c’è più: è deceduta dopo aver trascorso anni in una struttura vicina a casa, a Ponso, nel Padovano. Da dopo il parto era in coma vegetativo. Per il primo dramma, avvenuto il 2 giugno 2011 all’ospedale San Bortolo, è iniziato il processo per lesioni gravissime e insanabili a carico della dottoressa Francesca Panerai, 42 anni, di Vicenza, allora e oggi in servizio al reparto di Ginecologia, e il collega Vito Cirillo, 63, di Abano, che lavorava in Rianimazione e ora opera in Terapia intensiva a Noventa.

Entrambi i medici, oggi, sono indagati dal pubblico ministero Luigi Salvadori per omicidio colposo: l’altro ieri il giudice Massimo Gerace ha incaricato il dottor Gianfranco Fais di eseguire l’autopsia e di chiarire se la morte sia stata causata dal presunto errore medico di cinque anni fa. I due procedimenti potrebbero però rapidamente confluire in uno. La famiglia di Lorena, 50 anni (che aveva come curatore l’avv. Rachele Nicolin), è parte civile con le avv. Paola Rubini e Anna Zanini per chiedere i danni morali. Verrà infatti avviata un’azione civile per ottenere un risarcimento milionario, anche perchè l’assicurazione dell’Ulss 6 non ha mai versato un euro.

L’imprenditrice aveva deciso di partorire a Vicenza. Aveva 45 anni e una famiglia felice. Al cesareo c’era, come primo chirurgo, la dottoressa Panerai. Il parto andò bene, il piccolo nacque sano. Dopo l’intervento chirurgico, però, Lorena perse del sangue. Secondo l’accusa, la ginecologa non si sarebbe preoccupata durante l’intervento di verificare il punto da cui la paziente perdeva sangue. Panerai avrebbe atteso 20 minuti prima di chiudere la parete addominale. E poi non avrebbe monitorato Lorena, non accorgendosi che c’era un’emorragia in atto. Lorena iniziò a stare male un’ora e venti minuti dopo la conclusione del cesareo. Il dottor Cirillo è accusato di aver «limitato l’intervento terapeutico alla somministrazione di liquidi e di plasma». Non aveva più «strettamente osservato la paziente e le sue condizioni», non si era accorto della «perdita ematica in atto e la relativa origine». La grave emorragia post-partum determinò uno stato di «shock ipovolemico», che causò un arresto cardiocircolatorio e le successive lesioni cerebrali. Lorena era rimasta un vegetale. Fino a qualche giorno fa.

Diego Neri

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