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Vicenza

Padre suicida
«La laurea era
una malattia»

di Diego Neri
Il pensionato non vedeva l’ora che la figlia si laureasse. ARCHIVIO
Il pensionato non vedeva l’ora che la figlia si laureasse. ARCHIVIO
Il pensionato non vedeva l’ora che la figlia si laureasse. ARCHIVIO
Il pensionato non vedeva l’ora che la figlia si laureasse. ARCHIVIO

«Antonio aveva fatto una malattia per quella laurea. Ne parlava sempre, con tutti. Era il suo sogno, e fin qui va tutto bene, ma viveva questo obiettivo della figlia in maniera totale, esagerata. Quando ho saputo che era morto ho immaginato subito che cosa era successo».

Giuseppe (i nomi sono di fantasia, ndr) è un uomo distrutto. È il fratello maggiore di Antonio, il pensionato vicentino che qualche settimana fa si è tolto la vita dopo aver scoperto che sua figlia Chiara, studentessa universitaria fuoricorso, era molto lontana dalla tesi. Lei aveva raccontato in casa anni di bugie, sostenendo di essere stata promossa dopo esami che in realtà non aveva mai neanche affrontato. E tutto per compiacere al padre, che quel titolo di studio lo voleva più di se stesso.

«È accaduto - racconta il fratello - che una nostra parente, anche lei studentessa, si fosse iscritta allo stesso esame (quello che doveva essere l’ultimo) che mia nipote Chiara aveva annunciato in famiglia di aver superato. Antonio aveva organizzato una grande festa, per l’occasione. Era la fine di novembre. L’altra ragazza, quando lo aveva saputo, era caduta dalle nuvole. A quell’appello lei c’era, e non aveva mai visto mia nipote. Sentendo puzza di bruciato, aveva verificato, scoprendo che Chiara non si era mai iscritta, e che il professore con il quale lei aveva detto di aver iniziato il lavoro della tesi in realtà non accettava laureandi da tempo. La giovane aveva deciso di parlarne con Chiara. «A quel punto, vistasi scoperta, mia nipote ha raccontato tutto ai suoi genitori e agli altri famigliari. Lo ha fatto prima di Natale. Ha detto, piangendo, di aver raccontato fandonie per anni, e che in realtà le mancavano ancora moltissimi esami, e che non si sarebbe mai laureata in Ingegneria», riferisce Antonio.

Tutti, in quei giorni, hanno cercato di essere vicini a Chiara. Ma il più sconvolto di fronte a quella rivelazione era stato suo padre, che dopo giorni di mutismo assoluto aveva preso la drammatica decisione. «So che aveva parlato con Chiara. Le aveva chiesto più volte conferma di quanto la figlia aveva confessato. Non voleva crederci». Prima di San Silvestro, in un momento in cui era solo in casa, è sceso nell’interrato e, con una corda, si è tolto la vita. La moglie, rientrata, non l’aveva visto ed aveva iniziato a cercarlo. Lo aveva trovato quando ormai era troppo tardi. Antonio non ha lasciato scritto nulla, ma tutti hanno capito il motivo del suo tragico gesto.

«Purtroppo mio fratello si era costruito tutta la vita intorno a quella laurea - spiega il pensionato, che chiacchierando cerca di esternare un dolore sordo che lo tormenta da un paio di settimane -. Quando Chiara si era iscritta all’università, prima della nostra famiglia, le aveva raccomandato di studiare, di non perdere tempo, di impegnarsi. Ogni volta che incontrava qualche difficoltà era sempre lui a sostenerla. Ma più volte, negli anni, sua figlia aveva annunciato in casa che quegli studi non facevano per lei e che non li avrebbe mai portati a termine; e lui, anzichè prenderne atto e lasciarla andare per la sua strada, l’ha costretta a continuare. Non le ha mai fatto mancare nulla, e l’ha spronata, per farla arrivare là dove, però, voleva lui che arrivasse».

Giuseppe non nasconde certo che Antonio sia stato un padre encomiabile. «Ha rinunciato a tutto, non andava neanche a mangiarsi una pizza per risparmiare dalla sua pensione da operaio metalmeccanico. Mentre a lei dava tutto quello che le serviva, e non si arrabbiava mai, anzi».

La scoperta che Chiara era ben lontana dalla laurea è stata un colpo troppo forte per il pensionato. «Purtroppo Antonio la sua scelta l’ha fatta, e non si può tornare indietro. Ora dobbiamo restare vicini a Chiara, darle sostegno, farle capire che non è colpa sua. Non è facile».

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