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Vicenza

Ossessionato, perseguita la stessa donna dopo 10 anni. Incassa un’altra condanna

Nel 2013 era finito in carcere per avere picchiato la stessa donna con cui nei mesi scorsi si era rifatto vivo riprendendo a stalkerizzarla.
Il giudice per l’udienza preliminare ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla vicentina
Il giudice per l’udienza preliminare ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla vicentina
Il giudice per l’udienza preliminare ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla vicentina
Il giudice per l’udienza preliminare ha confermato la misura del divieto di avvicinamento alla vicentina

Più che un chiodo fisso una vera e propria ossessione. Anche perché tra i due non c’è mai stato nulla: nessuna amicizia tantomeno alcuna relazione sentimentale. Eppure per Matteo Cortivo quella donna, una vicentina di 42 anni, per cui ieri a dieci anni di distanza ieri ha incassato una condanna a otto mesi per averla nuovamente perseguitata, nel corso del tempo è diventata una vera e propria mania. 

Dieci anni fa aveva picchiato la stessa donna

Cortivo, 48 anni, difeso dall’avvocato Elena Peron, giusto dieci anni fa infatti era finito in cella per avere picchiato l’allora 32enne dopo averle mandato prima mazzi di fiori e biglietti pieni di frasi romantiche; sostituiti in breve tempo da molestie telefoniche, minacce e infine dalle botte. Un copione che si stava ripetendo. Tra l’ottobre e il novembre 2021 infatti il 48enne era tornato alla carica: aveva cominciato ad appostarsi sotto casa della donna (felicemente legata a un compagno) a lasciarle lettere manoscritte dichiarando che avrebbe voluto sposarla, manifestando l’intenzione di baciarla e di incontrarla di persona. Infine le aveva lasciato un mazzo di fiori appoggiato al cancello di casa.

Per la vittima un nuovo incubo

Insomma per la vittima un incubo, che credeva di avere relegato a un passato remoto, e che invece stava incredibilmente tornando a materializzarsi. Tanto che la vicentina, assistita dall’avvocato Giuseppe Prencipe, memore di quanto aveva già vissuto ha immediatamente chiamato i carabinieri avvertendoli di quanto stava capitando. Una segnalazione che aveva fatto scattare la nuova inchiesta nei confronti di Cortivo che ieri si è conclusa, davanti al giudice per l’udienza preliminare, con la (nuova) condanna per atti persecutori. 

L’altra sentenza

In riferimento ai fatti accaduti tra il luglio 2012 e l’aprile 2013 Matteo Cortivo, nell’aprile 2016, era già stato condannato a cinque mesi di reclusione. In quella circostanza l’imputato era a processo con l’accusa di violazione di domicilio, lesioni e minacce. Il giudice in quel frangente aveva inoltre deciso di applicargli la misura della libertà vigilata. Il 48enne il 4 febbraio 2013, aveva deciso di introdursi, clandestinamente, nell’abitazione della donna. A quel punto, appena l’aveva incontrata, l’aveva aggredita colpendola ripetutamente con schiaffi e pugni provocandole una serie di lesioni (la frattura di una costola e l’infrazione delle ossa nasali) che i medici del San Bortolo avevano giudicato guaribili in quaranta giorni. Ma oltre alle botte erano arrivate pure le minacce, della serie “io ti ammazzo”. Un episodio che gli era costato cinque mesi.

Nel novembre 2014 Cortivo era quindi finito nuovamente a processo in quel caso per stalking. La vittima aveva però optato per il ritiro della querela sperando che l’uomo (dopo averla risarcita ed essere già stato condannato) avesse finalmente capito la lezione. Invece a quanto pare non è andata così.

Nuove accuse

Il 24 ottobre 2021 Cortivo si è rifatto sotto. Con un modus operandi che per la vicentina rappresentava un deja vù che pensava di essersi messa definitivamente alle spalle. Invece, come dieci anni prima, sono tornati gli incubi e l’ansia e con loro soprattutto la paura che potesse ripetersi quello che era già accaduto. L’immediato intervento prima dei carabinieri, quindi della misura cautelare applicata a Cortivo del divieto di avvicinarsi alla donna hanno bloccato subito il 48enne finito sotto inchiesta e ieri nuovamente condannato.

 

Matteo Bernardini

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