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In aziende agricole di Vicenza, Verona e Padova

Operai nei campi 12 ore al giorno con paga da fame. Nei guai anche un'impiegata vicentina

Le indagini dei militari del Nil, Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Vicenza
Le indagini dei militari del Nil, Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Vicenza
Sfruttamento operai agricoli

Dalle prime ore di oggi, i Carabinieri del Gruppo tutela del lavoro di Venezia stanno eseguendo nelle province di Verona e Vicenza tre misure di custodia cautelare emesse dal Gip presso il tribunale di Verona, nei confronti di un cittadino marocchino, un albanese e una donna italiana, un'impiegata di Vicenza, per il reato di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento di lavoratori. I tre gestivano una cooperativa operante nel settore agricolo, con sede legale a Cologna Veneta (VR).

I militari del Nil di Vicenza, con la collaborazione dei colleghi di Verona, hanno accertato lo sfruttamento di decine di cittadini marocchini impiegati, anche «in nero», in aziende agricole delle province di Vicenza, Verona e Padova, che versavano in stato di bisogno e venivano impiegati nelle campagne anche 12 ore al giorno a fronte di paghe irrisorie. Con pedinamenti, ispezioni e testimonianze di numerosi lavoratori, sono stati individuati i tre indagati: il titolare dell’azienda fornitrice di manodopera, un marocchino che si occupava del reclutamento dei lavoratori, un suo stretto collaboratore di cittadinanza albanese, con le funzioni di intermediario di manodopera, e la donna, collaboratrice di uno studio commercialista di Vicenza, che come consulente del lavoro consentiva alla cooperativa di evadere gli oneri contributivi per i dipendenti.

 

In alcuni casi, inoltre, è stato accertato che per evitare i controlli di polizia i lavoratori sfruttati venivano alloggiati con sistemazioni di fortuna, senza riscaldamento nè energia elettrica, per poi essere svegliati alle prime luci dell’alba e accompagnati in auto nelle aziende agricole, dove lavoravano sotto stretta sorveglianza fino a tarda sera e senza il rispetto di alcuna norma di sicurezza.

 

La cooperativa sociale si proponeva sul mercato agricolo a un prezzo decisamente vantaggioso per le ditte committenti, che utilizzavano la manodopera soprattutto in quelle attività particolarmente usuranti e faticose come la raccolta dei prodotti agricoli e l’allevamento di bestiame. 

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