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Il virus

No-vax, l’ultima follia. I “party Covid” per evitare il vaccino

I no-vax organizzano party Covid per cercare di avere un tampone positivo al virus e sfuggire così al vaccino
I no-vax organizzano party Covid per cercare di avere un tampone positivo al virus e sfuggire così al vaccino
I no-vax organizzano party Covid per cercare di avere un tampone positivo al virus e sfuggire così al vaccino
I no-vax organizzano party Covid per cercare di avere un tampone positivo al virus e sfuggire così al vaccino

«Sono queste persone che purtroppo danno fiato ai no-vax, che spaventano gli indecisi, istigano a compiere azioni irresponsabili. Dicono cose assurde, deplorevoli, non solo contro la scienza ma irragionevoli perché il buon senso andrebbe comunque utilizzato. Democrazia dovrebbe essere anche impedire di raccontare e diffondere idiozie, cose che non stanno né in cielo né in terra. Lo stesso discorso vale per Djokovic. Sarà anche il tennista numero 1 al mondo ma non può ritenersi sopra le leggi, sopra tutto e tutti. Un campione deve essere anche esempio di comportamento. Le regole vanno rispettate».  Vinicio Danzi, primario di rianimazione del San Bortolo, uno che nel bunker dell’ultima spiaggia ha visto morire negazionisti ostinati fino all’ultimo e continua a dare l’anima assieme ai suoi, bardati con tute così pesanti da fiaccare i muscoli, per salvare vite, comprese quelle di chi non vorrebbe essere curato, è diretto come sempre, non usa mezzi termini. La confessione-shock di Marco Melandri, il 39enne ravvenate ex pilota di Moto Gp e convinto no-vax, che ha rivelato a un magazine - tranne poi nascondersi sotto il solito, presunto fraintendimento, e fare l’inevitabile retromarcia - di aver contratto il virus non per caso ma per una scelta precisa, per mettersi in regola con il green pass che ritiene un ricatto, suscita sdegno e amarezza in chi da due anni non smette giorno e notte di lottare contro un virus cinico, beffardo, letale, vivendo pericolosamente, rischiando molto per sé e i propri cari. «Questi personaggi – dice Danzi – giocano con la roulette russa. Il Covid uccide raramente i giovani, ma vittime sotto i 40 anni ce ne sono state, e non si può escludere nulla se non sei vaccinato». 

Sulla stessa linea Vinicio Manfrin, primario infettivologo, altro medico-bandiera dell’ospedale, fra i primi a scendere in campo contro una pandemia ancora inarrestabile e pronto sempre a qualsiasi ora a curare, ad organizzare, ad aggiornare i protocolli terapeutici. «Non c’è più limite all’insensatezza. Al di là di questi estremismi da stigmatizzare, ormai si sta creando un clima di conflittualità nella popolazione fra i vaccinati, che costituiscono la stragrande maggioranza, e coloro i quali continuano a negare l’evidenza, che non ammettono di essere nell’errore, e che andrebbero interpretati dai sociologi. Purtroppo è il frutto di una mentalità in cui l’utile individuale supera il bene della collettività, di chi in questa società non vuole mettere in discussione la propria libertà per favorire quella degli altri, e pone al primo posto il vantaggio personale. Non avrei mai pensato che si potesse diffondere un clima del genere ma ormai dobbiamo tenerne conto». 

 

La follia no-vax non conosce confini. I party-Covid clandestini diventano scelte furbe, scellerate, scorciatoie amplificate da tam-tam deliranti, sui social per contagiarsi, evitare il vaccino, ottenere il green pass, aggirando la stretta delle misure stabilite dal governo, magari pagando anche il prezzo di ammalarsi seriamente, di finire in rianimazione con il tubo dell’ossigeno in gola, anche di non farcela. Nelle ultime settimane c’è stato un boom di queste “feste” truccate. Il sospetto cade anche su no-vax tenaci e incrollabili che improvvisamente accedono, dopo tampone negativo, nella categoria dei guariti e possono rientrare al lavoro. «Anche a noi – spiega Manfrin – sono arrivati echi di incontri fatti appositamente per infettarsi. Qualcuno, certo, può finire male. Ad altri non succede niente. Fa parte delle probabilità legate al Covid. Le complicazioni si abbattono sul 5% delle persone. Il 95% le evita».

 

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Franco Pepe

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