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Vicenza

«Nessuno vuole affittarci
un alloggio più grande»

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I lettini dei gemelli nell'alloggio della famiglia bangladese. COLORFOTO
I lettini dei gemelli nell'alloggio della famiglia bangladese. COLORFOTO
I lettini dei gemelli nell'alloggio della famiglia bangladese. COLORFOTO
I lettini dei gemelli nell'alloggio della famiglia bangladese. COLORFOTO

Le raffiche incessanti di "no" ricevute negli ultimi tre anni avrebbero messo in crisi anche i più tenaci, mentre Liton e Popi Ghosh, il primo in Italia da oltre 20 anni, la seconda da 11, non smettono di credere che prima o poi troveranno una casa in affitto più grande, nonostante i pregiudizi. Lo fanno col sorriso, anche se la vita li ha messi alla prova più volte. Il desiderio di lasciare il mini-appartamento di 34 metri quadrati nel quale vivono al sesto piano del civico 41 di via Cappuccini, a Vicenza, non è uno sfizio, ma risponde a una necessità: due dei loro tre figli sono affetti dalla sindrome di Marshall-Smith, una malattia genetica rara, di cui sono noti una cinquantina di casi al mondo. Un disturbo che porta con sé un corredo di dispositivi salvavita, di cui i gemelli di 4 anni, Nidhir e Nishit, non possono fare a meno, soprattutto la notte. Ecco perché da tempo i genitori sono alla ricerca di una soluzione abitativa che consenta di alleggerire i disagi che la malattia causa non solo ai due bambini, ma anche alla gestione familiare nel suo complesso.

 

«QUANDO CHIEDIAMO INFORMAZIONI CI DICONO: NIENTE INQUILINI STRANIERI»

Peccato, però, che la ricerca, finora, non abbia prodotto risultati. Il motivo lo spiega il padre di 39 anni, originario di Tangail, nel Bangladesh centrale, da 20 assunto come magazziniere in un negozio di bricolage a Vicenza ovest: «Finora abbiamo ricevuto soltanto risposte negative. Ogni volta che troviamo un annuncio interessante, tutto finisce con le agenzie immobiliari che, dispiaciute, ci comunicano che i proprietari non vogliono inquilini stranieri, nonostante la mia sia una famiglia perfettamente integrata in città. Io e i miei figli abbiamo anche la cittadinanza italiana. A spaventare sembra siano anche le condizioni di salute dei due più piccoli». Di solito, racconta il magazziniere, che da qualche mese ha superato un infarto, il diniego arriva prima ancora di approfondire la proposta: «Non riusciamo nemmeno a visitare le case perché il no arriva già al telefono, quando chiamiamo per chiedere informazioni». 

 

L'ATTESA PER UNA CASA POPOLARE

Il caso della famiglia Ghosh è seguito dai servizi sociali del Comune e dall'Ulss 8 Berica che oltre alla fisioterapia fornisce, attraverso la cooperativa Fai Berica, un servizio di integrazione scolastico-sociale per l'assistenza nei bisogni di base: un'operatrice socio sanitaria, per 14 ore a settimana, resta accanto ai bambini che devono essere alimentati attraverso un sondino e presentano difficoltà motorie e respiratorie. «In maggio, per la seconda volta, abbiamo presentato la domanda per l'assegnazione di una casa popolare - interviene la moglie trentenne -, ora attendiamo le graduatorie del Comune, ma non smettiamo di cercare».

 

Intanto, non è facile vivere in pochi metri quadrati, tra carrozzine, bombole di ossigeno, ventilatori meccanici, scatoloni di medicinali, siringhe e cannule, sistemati in quasi tutte le tre stanze dell'appartamento, cucina compresa: «I ripostigli e il garage ormai ci servono soltanto a conservare il materiale che ci fornisce l'Ulss. Niloy, il più grande dei nostri figli, che ora ha 11 anni, sta crescendo e ha bisogno dei suoi spazi», dice il padre indicando i libri impilati sopra l'asciugatrice in sala, proprio accanto al divano sul quale il ragazzino dorme ogni notte. La speranza di poter traslocare non vacilla ma nell'uomo resta l'amarezza: «Viviamo qui da tanto tempo, ho un lavoro stabile e ho sempre pagato l'affitto regolarmente. Ogni tre mesi portiamo i gemelli all'ospedale di Trieste per i controlli e c'è una famiglia molto generosa che si offre sempre di ospitare nostro figlio. C'è poi una nostra conoscente italiana che ci aiuta ogni pomeriggio. Insomma, questa situazione po' ci stupisce perché in molti casi abbiamo trovato grande accoglienza da parte dei vicentini». 

Laura Pilastro

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