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La statistica

Morti sul lavoro
Vicenza maglia
nera in Veneto

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Intervento di Spisal e carabinieri dopo un infortunio
Intervento di Spisal e carabinieri dopo un infortunio
Intervento di Spisal e carabinieri dopo un infortunio
Intervento di Spisal e carabinieri dopo un infortunio

VICENZA. In Veneto si registra un segno negativo nel bilancio delle morti sul lavoro nel primo quadrimestre del 2019. Rispetto al 2018 il numero dei decessi diminuisce del 31%, con 25 (15 sul lavoro e 10 in itinere) rispetto ai 36 dello scorso anno.
Il dato emerge dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre, sulla base dei dati Inail. Per il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, «l’emergenza rimane. Non ci si può sentire sollevati o confortati. Perché ogni mese in regione hanno perso la vita almeno sei persone dall’inizio di gennaio alla fine di aprile. Non si potrà mai parlare di situazione "confortante" fino a quando non ci saranno più infortuni mortali sul lavoro».
Continua a mantenersi una significativa percentuale di vittime straniere (7 su 25) pari al 28% del totale. Rimane comunque per il Veneto il triste primato di essere tra le prime regioni in Italia per decessi sul lavoro, al quarto posto dopo Lombardia (48), Lazio (35) e Sicilia (26). È invece al sesto posto per vittime rilevate esclusivamente in occasione di lavoro dopo Lombardia (35), Lazio (23) Campania (19), Sicilia (17) e Piemonte (16).
Vicenza è la provincia in cima alla graduatoria con 9 decessi
in quattro mesi.
Seguono Verona (6), Padova, Treviso e Venezia (3) e Rovigo (1).

È infine ancora la fascia dei cinquantenni la più coinvolta nelle morti bianche. Continuano inoltre ad aumentare, sempre nel primo quadrimestre 2019, gli infortuni non mortali, che passano da 24.173 a 25.229.

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