<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

Moretti contro gli alpini: «Oltre 150 donne molestate durante l'adunata»

Il tweet di Alessandra Moretti
Il tweet di Alessandra Moretti
Il tweet di Alessandra Moretti
Il tweet di Alessandra Moretti

«Mi auguro che chi rappresenta gli alpini condanni immediatamente quanto accaduto a Rimini durante l’adunata, ai danni di oltre 150 donne che hanno denunciato molestie e violenze da parte di chi non è degno di chiamarsi uomo ma bestia». Con questo tweet, affidato al proprio profilo social, l’europarlamentare vicentina del Partito democratico Alessandra Moretti prende posizione in merito al caso sollevato da “Non una di meno” di Rimini. Il movimento transfemminista sostiene, infatti, di aver raccolto numerose segnalazioni «di molestie e catcalling da parte di alpini, per lo più ubriachi, ai danni di donne di ogni età» in occasione della grande manifestazione che si è svolta lo scorso fine settimana in Romagna. Accuse che l’Associazione nazionale alpini respinge categoricamente: «Al momento, alle forze dell’ordine e al sindaco di Rimini non risultano denunce - replica il presidente nazionale dell’Ana, Sebastiano Favero -. Se ci sono fatti veri, concreti, come ho sempre detto l’associazione interverrà. Ma di fronte ad affermazioni gratuite, che potrebbero anche essere tendenziose, non rispondo».

 


Non è la prima volta che vengono sollevate accuse simili contro le penne nere in occasione di un’adunata nazionale. Era già successo nel 2018, quando la manifestazione si era svolta a Trento. Pure in quella circostanza il caso era stato portato alla ribalta dal nodo territoriale di “Non una di meno”. Tornando all’adunata di Rimini, Moretti ammette di non avere contezza di denunce presentate alle forze dell’ordine da parte delle vittime delle presunte molestie («Beh, aspettiamo un attimo»), ma sottolinea: «Mi sono basata sugli articoli usciti su giornali autorevolissimi, su frasi e dichiarazioni del vicesindaco di Rimini. Dopodiché c’è questa associazione, “Non una di meno”, che è seria (il GdV ha provato a contattarla senza però avere risposta, ndr). Se queste cose verranno verificate, mi auguro che vengano presi i provvedimenti più seri. Le segnalazioni non le puoi fare solo in procura; poi darle anche a un giornale e anche sui social puoi fare una denuncia». L’esponente dem non ritiene comunque di avere sparato a zero sugli alpini con il proprio tweet: «No, perché c’è una regressione pesantissima ai danni delle donne e un’assenza totale di mancanza di rispetto nel linguaggio e nei gesti che va denunciata immediatamente». E aggiunge: «Non mi stupisco che in una grande manifestazione come quella avvenuta a Rimini, ma come anche tante altre dove si intrufola di tutto, si possono scatenare anche i peggiori istinti». 

 

Leggi anche
Gli alpini a Rimini: la sfilata delle penne nere vicentine con vista sul 2024

 

L’Ana, però, non ci sta. «Ci sono denunce? Io i social non li considero una cosa seria, perché anch’io potrei scrivere tutto e il contrario di tutto», commenta Favero. Che si dice amareggiato per le accuse che stanno piovendo addosso all’associazione e prosegue: «Se qualcuno vuole fare polemica per cercare visibilità alla faccia degli alpini, gli alpini hanno dimostrato concretamente chi sono. Chi mette in dubbio questo, vuol dire che non è certamente oggettivo nelle sue valutazioni. Ho chiesto anche alle forze dell’ordine se c’è stata qualche denuncia. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) mi sono sentito anche con il sindaco: denunce non ce ne sono state. Se ci fossero state, ripeto, saremmo intervenuti come associazione, ovviamente se i responsabili fossero nostri associati perché ci possono essere degli infiltrati in manifestazioni del genere. Noi alpini siamo abituati a ragionare sul concreto. Facciano denunce circostanziate e dicano chi sono». Nessun commento, invece, in merito al tweet di Moretti: «Ognuno, se fa dichiarazioni, se ne assume le responsabilità. Gli alpini sapranno valutare», conclude.  

Valentino Gonzato

Suggerimenti