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La storia

Mishia, nato senza gli occhi, dall'Ucraina al San Bortolo per iniziare una nuova vita

Anna Cecchini insieme al Direttore generale e al dott. Ugo Baciliero
Anna Cecchini insieme al Direttore generale e al dott. Ugo Baciliero
Anna Cecchini insieme al Direttore generale e al dott. Ugo Baciliero
Anna Cecchini insieme al Direttore generale e al dott. Ugo Baciliero

Ha sette mesi ed è arrivato a Vicenza lo scorso 7 gennaio dall’Ucraina insieme alla mamma Olga, di soli 19 anni, ma non è un profugo di guerra: il piccolo Mishia è nato con gravissime malformazioni, privo di occhi e con gravi problematiche alla bocca e al palato.

Mamma e figlio sono stati ospitati da Anna Cecchini, nella sua casa di Dueville. A lei si è rivolta la famiglia dei coniugi Cristina e Paolo Fracasso di Dueville, che aveva ospitato Olga dagli 8 ai 13 anni durante i soggiorni estivi, per chiedere aiuto. Anna Cecchini e il marito Giuseppe Bertinazzi, scomparso nel settembre dello scorso anno, hanno avuto un forte legame con l'Ucraina: oltre che sindaco di Dueville per due mandati, Giuseppe Bertinazzi era stato l’ideatore del progetto di accoglienza rivolto ai bambini ucraini, che a partire dal 1996 si è formalizzato nell’attività dell’associazione “Dueville Accoglie”, della quale la signora Cecchini è stata responsabile per vent’anni. 

I Fracasso hanno chiesto aiuto ad Anna dopo aver ricevuto una foto del bimbo ed alcune note relative alle sue condizioni. 

«Lo scorso 17 novembre ho visto Mishia e mi sono subito attivata - racconta la signora Cecchini -, non mi sono potuta esimere dall’impegno di far produrre diagnosi ed opportune ricerche in merito. Ho agito da mamma, supportata sin dall’inizio dalle mie figlie, Silvia, Carla, Marta e Regina, per rendere possibile l'accoglienza. In coro mi hanno detto “Se papà fosse con noi direbbe che il bimbo è nostro”.  Mishia è stato operato e sono certa che si tratti di un binomio perfetto che vede uniti cuore ed alte capacità professionali. Elementi che promettono, impegnano e realizzano miracoli umani e questo su Mishia, compiuto dall’équipe presieduta dal dottor Ugo Baciliero del maxillo-facciale del San Bortolo, credo sia tale».

A spiegare i dettagli dell’intervento, durato oltre 3 ore, è Ugo Baciliero, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale di Vicenza: «Il bambino è nato con una grave malformazione del volto, detta anoftalmia: in pratica è privo di occhi, e come se non bastasse era presente una malformazione molto complessa del volto, sia esterna nella zona della bocca sia interna, nel palato. Senza un intervento non avrebbe potuto deglutire, né parlare. Abbiamo iniziato con una serie di accertamenti, mediante tac e risonanze, per definire con precisione il quadro clinico. In un unico intervento siamo riusciti a correggere tutte le deformità facciali, mentre per il problema oculare ci sarà bisogno nel tempo di una serie di trattamenti per l’inserimento di protesi, necessarie a far sì che attorno ad esse si sviluppi l’orbita, adeguando poi queste protesi man mano che il bambino crescerà».

Un intervento di altissimo profilo che è anche il risultato di un grande lavoro di squadra tra i diversi reparti coinvolti, come sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore generale dell’Ulss 8 Berica: «Da oltre 40 anni l’ospedale di Vicenza è un punto di riferimento per le malformazioni congenite e proprio questa esperienza permette di trattare anche i casi più rari e complessi. Nel corso degli anni per assistere al meglio questi pazienti si è sviluppata una forte collaborazione interna e nel caso specifico l’intervento è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra perfettamente coordinato tra la chirurgia maxillo-facciale, la pediatria, l’anestesia, la neuroradiologia, l’oculistica e l’otorinolaringoiatria, senza dimenticare il contributo importante delle logopediste e degli psicologi».

Un intervento che per il piccolo Mishia e la madre Olga, è solo un nuovo punto di partenza: «Resteranno con noi finché sarà necessario,- spiega ancora la signora Cecchini - anche perché il bambino avrà bisogno delle protesi oculari, che andranno sostituite periodicamente. Necessita di riabilitazione per imparare a parlare e deglutire. A tal proposito - spiega ancora la signora Cecchini - inizieremo a frequentare il centro Hollman di Padova per bambini ciechi, dove affinerà la pratica sensitiva e podotattile. Sosterremo la mamma in questo difficile percorso, perché giovane, lontana in primis da suo marito Eugenio, papà di Mishia, dai suoi affetti, dalla sua terra. Questa guerra non è certo una loro alleata. Mishia è un polo d’attrazione. Ha unito moltissime persone che stanno rispondendo al mio appello solidale, con amore, presenza e donazioni. A tutti loro, che ringrazio commossa, mi sento di dire che questo è il modo tangibile per costruire il futuro di un bimbo al quale promettere in coro “Mishia, vedrai la luce!”».

Proprio per far fronte alle spese rilevanti necessarie ad accompagnare il piccolo Mishia e la madre in questo percorso, con il patrocinio del Comune di Dueville è stata aperta una raccolta fondi: è possibile effettuare una dotazione sul conto corrente IT53I0585660360176571483581 con la causare “Accendiamo una luce per Michele”. 

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