Dopo un’infuocata assemblea di condominio, nel corso della quale lei lo aveva accusato, indirettamente, di non essere in regola con il pagamento delle spese, lui l’aveva più volte apostrofata come “vacca”. La pensionata se n’era avuta a male e aveva promosso una causa civile (le ingiurie non sono più un reato), ritenendosi offesa per quell’espressione, che si è conclusa di recente: il giudice ha condannato un impiegato vicentino a risarcire la vicina di casa con mille euro oltre alle spese legali.