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Il meteo

Il vero freddo dell’inverno. La colonnina precipita: 4 gradi sotto zero

Secondo l’esperto Rabito le condizioni resteranno stabili per i prossimi dieci giorni. Per la prima volta raggiunta la condizione di “normalità” per la stagione

Mai così freddo dall’inizio dell’inverno. Con un picco di -4 gradi registrato nelle primissime ore del mattino di ieri, per la prima volta il termometro vicentino è sceso sensibilmente sottozero. Nei giorni della merla (e alla vigilia della candelora, il 2 febbraio), il capoluogo berico torna così a battere i denti. Vicenza e la sua provincia, in particolare, hanno toccato un piccolo record a livello di località pianeggianti venete. 

Le rilevazioni dell'Arpav: «L'area berica è la più fredda»

Nell’ambito delle rilevazioni condotte da Arpav infatti, l’area berica risulta quella più rigida, sia per i -4 gradi misurati in città, sia per il dato, ancor più basso di mezzo grado, geolocalizzato a Maragnole di Breganze, scivolata ieri a -4.5 gradi. Una condizione di normalità per queste ultimissime ore di gennaio, a cui però, dopo una prima parte di stagione eccezionalmente calda, non eravamo più abituati. Il segno “meno” sulla colonnina di mercurio si sarebbe dovuto scorgere infatti già da un paio di mesi, considerando che per la meteorologia l’inverno comincia il primo dicembre. Per svegliarsi con paesaggi siberiani invece si è dovuti giungere fin quasi alle porte di febbraio, confermando una tendenza allo spostamento - e al restringimento - della fase invernale. La spolverata di neve di una decina di giorni fa aveva anticipato un calo delle temperature che, su tutto il territorio vicentino, in questi 29-30-31 gennaio tradizionalmente gelidi, stanno riportando i valori in linea con la media del periodo. Almeno a guardare le minime, che per l'appunto tra ieri e la giornata odierna hanno abbassato anche di due-quattro gradi la tendenza stagionale, con città e hinterland avvolti da una patina di ghiaccio su campi, strade, tetti.

Finora non si erano verificate gelate

Un colpo d’occhio che è anche questo una novità per l'inverno 2022-2023, visto che di gelate, fino ad ora, praticamente non ce n'erano state. Anche le massime comunque restano deboli: nelle ore centrali, ieri non hanno superato i 5-7 gradi, mentre dovrebbero salire leggermente oggi, sfiorando i 10 gradi. Un freddo “normale”, si diceva, come conferma anche il meteorologo di Meteo in Veneto Marco Rabito: «Quelli che stiamo vivendo ora sono effettivamente i giorni più freddi da inizio stagione, possiamo dire che si tratta del primo, vero inverno, se pensiamo che i -3 gradi dovrebbero essere la normalità, fin da dicembre», considera il meteorologo. E invece, per la gioia degli amanti delle credenze popolari, il picco gelido giunge in coincidenza con i giorni della merla. Il merito, però, è dei fattori climatici e ambientali concomitanti: «L'aria è molto fredda ma, soprattutto, non ci sono coperture nuvolose, condizioni atmosferiche che favoriscono le temperature basse e le gelate mattutine», spiega Rabito. 

Con questo clima la neve si conserverà meglio

Non un'ondata vera e propria, visto che al momento si limita a pochi giorni circoscritti, ma sicuramente una sferzata polare che, dopo un periodo straordinariamente mite, si fa sentire ancor di più. Uno stato destinato a durare, quanto meno per i prossimi dieci giorni. All'orizzonte, infatti, non si vedono grossi scossoni meteorologici, motivo per cui tutta la prima decade di febbraio si preannuncia stabile. Merito di una bolla di alta pressione che sta tenendo lontane precipitazioni e instabilità, regalando tempo sereno e soleggiato, oltre che rigido. «Avremo belle giornate di sole, molto ventilate in montagna (ad Asiago siamo arrivati a -12 gradi) condizioni che permetteranno però la trasformazione e la conservazione della neve», sottolinea Rabito. Di certo, sul calendario l'inverno è ancora lungo e anche in pianura – chissà – i fiocchi potrebbero farsi rivedere nuovamente, di qui alla fine di marzo. 

Giulia Armeni

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