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La situazione negli ospedali

Medici e infermieri vaccinati, contagi azzerati. Copertura all’80 per cento nell'Ulss8

Il primario di malattie infettive, Vinicio Manfrin, vaccinato nel “V-day” del 27 dicembre.
Il primario di malattie infettive, Vinicio Manfrin, vaccinato nel “V-day” del 27 dicembre.
Il primario di malattie infettive, Vinicio Manfrin, vaccinato nel “V-day” del 27 dicembre.
Il primario di malattie infettive, Vinicio Manfrin, vaccinato nel “V-day” del 27 dicembre.

«Il vaccino funziona». Il dg dell'Ulss 8 Berica, Giovanni Pavesi, esprime così la sua soddisfazione. In effetti è così. Da febbraio del 2020 ad oggi, dall’inizio della pandemia ai sussulti finali di questa seconda ondata, oltre il 30% della forza-lavoro dell’Ulss 8 (che conta in totale 6 mila 400 dipendenti) è stato colpito dal Covid.

In larga maggioranza sono stati casi asintomatici. È bastata la quarantena. Ma per alcune decine di persone, soprattutto medici, invece, la malattia vissuta su di sé è stata un’esperienza drammatica. Ci sono stati ricoveri lunghissimi anche in terapia intensiva. Anzi qualche camice bianco dei reparti di prima linea sconterà per diverso tempo gli strascichi del virus, e c’è chi ancora non è rientrato in servizio.

Fino ai primi di gennaio, il personale ha pagato per la sua dedizione un pesante tributo all’inafferrabile primula virale e alla continua esposizione al rischio in termini di contagi, di patologia, di sofferenza fisica, di stress psichico. Poi, da quando è iniziata la campagna vaccinale estesa all’intero contingente dei dipendenti, inseriti come da protocollo ministeriale nella prima fascia prioritaria assieme alle case di riposo, la striscia di positività ha cominciato progressivamente ad accorciarsi, ed oggi si è pressoché azzerata. Il vaccino si è rivelato davvero efficace. 

 

I tamponi positivi nelle Regioni

Franco Pepe

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