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Il provvedimento

Maxi antenna a Monte Berico bocciata dalle Belle arti

Tentar non nuoce, si dice. E devono averlo pensato anche negli uffici della Inwit Spa, ditta Infrastrutture Wireless Italiane, quando hanno deciso di avviare le pratiche per istallare un’antenna in viale Cialdini, con vista sulla città. Non un luogo qualunque, dato che siamo nell’ambito di Monte Berico, vicino al santuario. E non un’antenna da poco, visto che parliamo di una struttura alta circa 36 metri. Tentativo respinto, comunque, con un chiaro “no” da parte delle Belle arti in quanto il luogo scelto per la collocazione dell’impianto rientra in un ambito sottoposto a vincolo paesaggistico.

L’istanza della società era giunta a palazzo Trissino il 29 aprile scorso tramite portale Suap e il 25 maggio era stata inviata alla Soprintendenza per le valutazioni del caso, dato il contesto di pregio. Valutazioni che hanno portato alla bocciatura della richiesta, con un parere vincolante. Le ragioni del diniego sono da cercare proprio nella delicatezza dell’ambito di intervento. «L’infrastruttura di progetto - si legge nel riepilogo delle motivazioni - costituita da un’imponente struttura metallica di circa 36 metri di altezza, per gli intrinseci aspetti geometrici e formali, nonché per la posizione e la notevole altezza, rappresenterebbe qualora realizzata un forte segno di alterazione all’interno di questa porzione di territorio connotata da una verdeggiante vegetazione pressoché continua che si adagia sull’andamento ondulato del paesaggio collinare e già interessato dalla presenza di altre infrastrutture, tale da aggravare negativamente l’equilibrio dell’ambito paesaggistico sottoposto a tutela». «La nuova infrastruttura, oltretutto - si legge ancora - posizionandosi sulla parte sommitale della collina, verrebbe ad alterare negativamente lo skyline all’orizzonte, visibile anche a notevoli distanze, di questa porzione di territorio ponendosi quindi in modo particolarmente appariscente ed in forte contrasto formale con il contesto paesaggistico di riferimento».

«Considerato che le trasformazioni dei contesti paesaggistici sottoposti a tutela devono essere governate al fine di preservare e possibilmente incrementare i caratteri presenti - è la conclusione delle Belle arti - l’intervento non è compatibile con i valori espressi dall’ambito paesaggistico di riferimento». Non è detto comunque che la partita si chiuda qui. Resta da capire quali saranno le prossime mosse della società che può presentare ricorso al ministero della cultura, al Tar e al Capo dello Stato. 
Lo stop all’istallazione dell’impianto in viale Cialdini segue di poche settimane l’ordinanza di sospensione dei lavori di installazione di un’antenna a San Pietro Intrigogna. La richiesta, in questo caso, risaliva al novembre 2021 e aveva ottenuto un prima via libera da parte degli uffici comunali. Un ok contro il quale era stato presentato però un esposto da parte di un gruppo di residenti della zona, atto che ha fatto partire una specifica istruttoria tecnica. Dall’ulteriore esame della pratica è emersa così la mancata segnalazione del contesto figurativo nella documentazione di progetto. Mancanza che, si legge nell’ordinanza del Comune del 20 luglio, «ha indotto in errore il sevizio Suap con la conseguenza che il procedimento è stato chiuso positivamente». 
Con gli ulteriori elementi in mano, però, il Comune ha ritenuto opportuno procedere alla sospensione dei lavori, per evitare una «ulteriore alterazione dello stato dei luoghi», e avviare contestualmente «il procedimento per l’annullamento in autotutela dell’istanza». 

Alessia Zorzan

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