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Il caso

«Mattielli, il reato
è stato estinto»
Processo civile?

Ermes Mattielli, con la sua morte il reato è estinto
Ermes Mattielli, con la sua morte il reato è estinto
Ermes Mattielli, con la sua morte il reato è estinto
Ermes Mattielli, con la sua morte il reato è estinto

VICENZA. Il caso di Ermes Mattielli, il rigattiere di Arsiero scomparso nel novembre scorso qualche tempo dopo essere stato condannato a 5 anni e quattro mesi di carcere, è definitivamente chiuso. I giudici, venerdì scorso, riuniti in Camera di consiglio hanno infatti dichiarato «estinto» il reato che aveva portato alla sentenza di condanna del robivecchi che la notte del 13 giugno 2006 aveva scaricato dodici colpi di pistola contro due nomadi entrati nel suo terreno per rubare rame. «Dato atto che il decesso dell’imputato è intervenuto prima del passaggio in giudicato della sentenza di condanna a suo carico deve essere dichiarata l’estinzione del reato», hanno scritto i giudici Barbara Maria Trenti, Matteo Mantovani e Camilla Amedoro.

IL PATRIMONIO. «Ma l’estinzione del procedimento penale comporta anche la chiusura degli aspetti civilistici connessi», commenta Maurizio Zuccollo, il legale che ha difeso Mattielli. Insomma, con la decisione presa l’altro giorno dal tribunale, Cris Caris e Blu Helt (le due vittime del rigattiere) per avere la somma stabilita dalla sentenza di condanna, ovvero una provvisionale di 135 mila euro, a questo punto dovranno intentare un nuovo procedimento. Questa volta, però, in sede civile, nei confronti di chi accetterà l’eredità lasciata dal robivecchi di Arsiero.

PROCESSO CIVILE? «Non so, adesso, cosa decideranno di fare Caris ed Helt - spiega Andrea Massalin, il penalista che li ha assistiti nel dibattimento - ma dal mio punto di vista il lavoro si è concluso con questa decisione dei giudici. Chi vuole, se davvero lo riterrà opportuno, procederà in sede civile. A me, però, questo aspetto non interessa». Insomma i due nomadi, in linea teorica potrebbero ora cercare di rivalersi sugli eredi diretti del robivecchi oppure sul curatore nel caso l’eredità non venisse accettata.

L’AVVOCATO DELLE VITTIME. Proseguendo nel suo ragionamento l’avvocato Massalin aggiunge: «In questi anni sono stato, per usare un eufemismo, duramente criticato per avere accettato di rappresentare le due vittime di Ermes Mattielli. Precisato che non l’ho certo fatto per tornaconto economico, visto e considerato che in dieci anni non ho ancora visto praticamente un euro, ho solo cercato di affermare un principio di civiltà. Ovvero che nel nostro Paese non si ruba, ma non si devono nemmeno linciare i ladri. Visto che Ermes Mattielli non ha sparato a delle ombre che si aggiravano nel suo corridoio, ma ha scaricato un caricatore contro due persone a terra e già ferite». Quindi, tornando sull’eredità del robivecchi, Massalin puntualizza: «Vorrei ricordare che dal 2012 c’era un provvedimento che avrebbe consentito ad Helt e Caris di aggredire il patrimonio di Mattielli. La provvisionale infatti ci era già stata riconosciuta dal giudice Bertotti, ma non è mai stata liquidata».

Matteo Bernardini

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