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Il ricordo dell'alpinista

Matteo Cazzola morto sotto la valanga. «Amava la montagna e si batteva per l'ambiente»

Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni, è stato estratto senza vita mentre Pietro De Bernardini, 25enne originario di Isola, è in coma in ospedale
La vittima, Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 ad agosto)
La vittima, Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 ad agosto)
La vittima, Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 ad agosto)
La vittima, Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 ad agosto)

Era l'ultimo giorno in Norvegia. Il gruppo di escursionisti vicentini, accompagnato dalla guida alpina Andrea Basso, avrebbe dovuto rientrare in Italia ieri. L'ultima escursione, però, è stata fatale. Matteo Cazzola, vicentino di 35 anni (ne avrebbe compiuti 36 ad agosto), residente in città, è rimasto vittima della valanga che si è staccata nelle prime ore del pomeriggio di venerdì dal Kavringtinden, massiccio di 1.300 metri che si trova nella regione del Nord-Troms.

Pietro De Bernardini resta grave, ferito anche la guida alpina Basso

Colpito anche Pietro De Bernardini, 25 anni, originario di Isola ma residente a Deft nei Paesi Bassi; il giovane è in coma farmacologico e resta ricoverato in gravi condizioni nell'ospedale di Troms. Dopo essersi laureato in ingegneria matematica al Politecnico di Milano, Pietro sta per completare la laurea magistrale in statistica. In queste ore è grande l'apprensione dei genitori e del fratello Nicola; mamma e papà, che vivono in via Rossellini, sono in partenza oggi per la Norvegia, per stare vicino al figlio ferito.

Secondo la testimonianza dei congiunti, Pietro avrebbe riportato una botta alla testa, ma non presenterebbe fratture. «È ricoverato in ospedale - spiega la mamma Barbara Gisolo -. I medici lo tengono sedato al fine di permettergli di dormire, per fare in modo che l'ematoma possa riassorbirsi. Non ci hanno detto altro, solo che devono passare 48 ore, poi si vedranno le sue condizioni al risveglio. Non conosco la dinamica dell'incidente». 

Ferita pure la stessa guida alpina Andrea Basso, che avrebbe riportato diverse fratture e una forte contusione al capo e ora si trova ricoverato nella stessa struttura di De Bernardini. Gli altri escursionisti sono stati agevolati dall'equipaggiamento indossato, una sorta di zaino-airbag che ha permesso loro di restare "a galla". Gli altri, invece, sono stati travolti e hanno impattato contro alberi e rocce.

Bloccati in albergo gli altri alpinisti vicentini

Il gruppo, composto anche da altri escursionisti provenienti dalla provincia berica, Stefano Rappo, Roberto Ceretta, Christian Reato e Giulia Punturieri, aveva iniziato la vacanza in Norvegia, sulle Alpi di Lyngen, circa una settimana fa. Tutti appassionati di montagna e di scialpinismo. Il meteo, venerdì, non sembrava promettente e una parte della comitiva aveva deciso di non uscire. Ora, chi non ha partecipato all'escursione si trova di fatto bloccato in albergo senza la possibilità di recuperare i bagagli e nemmeno di rientrare a casa.

La compagnia alla penultima escursione di giovedì in una foto della guida Andrea Basso pubblicata su Facebook
La compagnia alla penultima escursione di giovedì in una foto della guida Andrea Basso pubblicata su Facebook

Chi era Matteo Cazzola: il ricordo

Cazzola era un volto molto conosciuto e molto amato in città. Soprattutto tra le zone di San Francesco e Sant'Andrea, dov'era cresciuto con papà Giulio, mamma Laura e la sorella. Cazzola, che lavorava come energy manager alla Pietro Fiorentini spa di Arcugnano, si era laureato in ingegneria energetica all'Università di Padova. Declinava il suo grande amore per la montagna anche condividendo un impegno per contrastare il cambiamento climatico, proprio per difendere i paesaggi montani che tanto amava.

Amante della montagna, ambientalista e animatore dell'oratorio

In città tanti se lo ricordano anche come animatore all'oratorio di Sant'Andrea. La famiglia e gli amici, molto provati, si sono chiusi nel dolore e nel più stretto riserbo, dopo essere stati avvisati del grave lutto dagli agenti della questura nella serata di venerdì, nella loro abitazione in città.

L'esatta ricostruzione di quanto accaduto è ancora al vaglio degli inquirenti norvegesi. Le autorità locali sono rimaste molto scosse da una giornata "nera" in cui, oltre al vicentino Cazzola, sono stati contati altri tre decessi a causa delle valanghe e delle frane nella regione del Nord-Troms. Gli stessi soccorritori sono stati costretti a operare con grande cautela perché venerdì il rischio valanghe era stimato a livello 4, il più grave, tanto che le autorità avevano invitato i cittadini a rimanere a casa.

Il cordoglio della città e del sindaco Rucco

È intervenuto anche il primo cittadino Francesco Rucco: «Voglio esprime il cordoglio e la vicinanza della città alla famiglia di Matteo Cazzola, lo sfortunato alpinista travolto mortalmente da una valanga in Norvegia mentre faceva un'escursione con un gruppo di amici. Siamo al fianco della madre, del padre e della sorella in questi momenti di grande dolore e a tutta la comunità parrocchiale di Sant'Andrea dove Matteo era impegnato come animatore, capace di coinvolgere i giovani. Voglio esprimere un augurio di pronta guarigione agli altri escursionisti rimasti feriti».

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