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La sentenza

Matrimonio da incubo: marito condannato a 2 anni e 8 mesi per maltrattamenti e minacce

Due anni e otto mesi di reclusione e un risarcimento di 8 mila euro. Questa la pena che il giudice Veronica Salvadori ha inflitto a Dragan Radanovic, cittadino bosniaco di 45 anni che vive in città. Era imputato per maltrattamenti aggravati e atti persecutori nei confronti della moglie Dragana. Una relazione da incubo proseguita dal 2005 al 2015, con un’appendice persecutoria di 2 anni. 
La moglie ha denunciato che l’uomo, difeso dalle avv. Alessandra Bocchi e Maela Magliocco, la insultava continuamente e le ricordava in continuazione che non era capace di fare niente. Tra il 2007 e il 2008, prima della nascita del loro bimbo, Dragana ha ricordato come, in una circostanza, avesse chiesto al marito di darle una mano a rassettare la casa dopo aver avuto ospiti. Per tutta risposta, Radanovic l’ha presa a male parole, strappandole di dosso la camicia e il reggiseno per poi scagliarla sul divano. Non è finita qui: la nascita del primogenito non ha migliorato le cose. La donna riferisce di come, mentre era intenta a cullare il neonato che stava piangendo per tentare di calmarlo, il marito l’ha afferrata per il collo spingendola contro il muro e le ha detto che non era una buona madre. Qualche anno dopo, la donna ha raccontato di essere stata malmenata: il marito le ha provocato ecchimosi alla schiena e nella parte posteriore delle ginocchia. Ferite che il pronto soccorso del San Bortolo ha giudicato guaribili in tre giorni. La donna racconta anche di come qualche anno più tardi il marito l’abbia minacciata di morte se non fosse uscita di casa, inducendola a cercare rifugio dal cugino. Una situazione peggiorata nel 2014, quando Dragana ha avviato le pratiche per la separazione. Secondo il suo racconto le minacce di morte sono diventate più frequenti. Inoltre, durante gli ultimi mesi di convivenza, l’uomo non permetteva al figlio di dormire con la madre, che veniva continuamente denigrata. Le accuse di atti persecutori tra il 2015 e il 2017 risalgono a dopo la separazione, quando Dragana aveva trovato un nuovo compagno. L’ex marito ha minacciato lei e lui. In un’occasione, dopo averli incrociati, ha tagliato loro la strada utilizzando il suo furgone. Una volta sceso, li ha insultati. Una circostanza che si è ripetuta un mese più tardi. Insomma, Dragana temeva per la sua incolumità. La difesa delle avv. Bocchi e Magliocco ha spiegato che non c’erano prove o testimonianze di terzi. La stessa Dragana non era mai andata via di casa e non si era mai rivolta a centri specialistici. La donna ha rimesso la querela dopo l’aggressione e il nuovo compagno ha ridimensionato le accuse nei confronti di Dragan. Anche per questo il giudice ha scontato la pena rispetto ai 4 anni chiesti dall’accusa Ora, la difesa attende le motivazioni per valutare il ricorso. 

 

Karl Zilliken

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