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Vicenza

Mascherine a scuola, la protesta del prof: «Norma insensata»

Un pezzo di cartone sul quale ha scritto a caratteri cubitali con i pennarelli neri e rossi “Abbi Dubbi”. Silvano Caveggion, docente di fisica del Rossi noto per le sue battaglie contro green pass e mascherine obbligatorie, ha scelto un modo quantomeno bizzarro per congedarsi dall’anno scolastico e dai suoi alunni. Approfittando dell’ultimo giorno di lezioni e del clima euforico che si respirava mercoledì nelle aule e lungo i corridoi dell’iti di via Legione Gallieno, l’insegnante ha pensato di riproporre il suo pensiero attraverso la scritta gigante dietro la quale si è fatto fotografare in classe e nell’atrio del Rossi, di fronte alla porta d’ingresso. Ai ragazzi ha poi regalato “L’obbedienza non è più una virtù”, la raccolta dei testi che documentano le vicende processuali che coinvolsero nel 1965 don Milani, difensore dell’obiezione di coscienza e come tale processato e successivamente condannato. “Studiare, conoscere, discernere, agire”, è la dedica che il docente ha aggiunto a penna sulla copertina di ogni opuscolo, concludendo con un “buona vita” rivolto ai suoi allievi. 
Il saluto sui generis non ha risparmiato il dirigente del Rossi, Alberto Frizzo, al quale Caveggion ha consegnato una lunga lettera in cui ricorda di aver iniziato l’anno scolastico a settembre con lo slogan “abbi dubbi” riferito alla gestione della pandemia e di aver voluto concluderlo con la stessa modalità. «Termino disobbedendo all’ultima insensata norma di mantenere la mascherina a scuola anche nei cortili all’aperto, a giugno, dopo milioni di vaccini inoculati e di contagi avvenuti», dichiara l’insegnante che mercoledì scorso ha indossato la mascherina come d’obbligo durante le sue ultime tre ore di lezione, salvo poi toglierla rimanendo all’interno dell’edificio fino alle 12,45. 
«Il mio non è stato un atto di propaganda - dice - altrimenti avrei scelto una piazza o una strada per far conoscere il mio punto di vista. È stato invece un atto di pura disobbedienza civile legato al fatto che reputo insensato e inutile in questo momento mantenere i dispositivi a scuola quando nelle discoteche i giovani ci vanno senza. Il risultato è che l’ultimo giorno di scuola nelle classi e in giro per l’istituto si vedevano studenti con la mascherina sotto il mento o che la alzavano e la abbassavano in continuazione sopraffatti dal caldo». Nel documento consegnato al dirigente Frizzo, l’insegnante riferendosi alle parole del ministro Bianchi che ha annunciato che le protezioni andranno mantenute anche a settembre aggiunge di essere «preoccupato immaginando come si svolgerà il prossimo anno scolastico». 
Insieme alla lettera Caveggion ha consegnato al preside anche un elenco di punti che riassumono i provvedimenti, le circolari e i decreti definiti poco efficaci e contraddittori che hanno scandito due anni di pandemia a scuola «luogo del discernimento e non dell’obbedienza», tiene a precisare il professore che ha portato le sue ragioni anche in tv dove è stato ospite in Rai e a Pomeriggio Cinque a Mediaset diventando uno dei docenti più popolari durante i mesi critici del contagio. «Non sono un no vax - tiene a precisare - semplicemente un cittadino che auspicherebbe un maggiore contraddittorio in ambito scientifico e reputa che le leggi non siano l’assoluto». 
Al Rossi il Caveggion-pensiero non ha trovato particolare seguito da parte dei colleghi, anche se il dirigente Frizzo sulla manifestazione dell’ultimo giorno di scuola non usa toni concilianti. «Non ho alcuna intenzione - spiega - di avallare questo tipo di comportamenti al limite dell’accettabilità. È dall’inizio dell’anno che il professore porta avanti la sua battaglia, ma deve rendersi conto che a scuola si applicano le leggi in vigore. La questione legata alla gestione della pandemia è vasta e complessa ed è chiaro che alcune scelte dipendono dal fatto che scienza e politica si intersecano. Ma all’interno della comunità scolastica non si può fare quello che si vuole». 

 

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