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Ambiente

Marzo senza pioggia: scatta la task-force per soccorrere i pesci

Un tempo così bello da mettere angoscia. Si è visto di tutto nelle ultime settimane, sole, nubi, freddo, temperature oltre la media. Anche sabbia del deserto. Ma niente pioggia. Ecco allora che il tempo “brutto” diventa quello più desiderato di sempre. Dal primo marzo ad oggi la stazione Arpav di Sant’Agostino, in città, ha rilevato zero millimetri di pioggia. Nemmeno uno “zero virgola” dovuto, eventualmente, all’accumularsi dell’umidità. Zero assoluto. E in effetti non è proprio così immediato ricordarsi l’ultima volta che si è aperto un ombrello. Un aiuto arriva dalle schede dell’agenzia ambientale regionale, con la registrazione dell’andamento delle precipitazioni dei mesi scorsi. Per trovare il primo giorno di pioggia utile, si deve tornare al 25 febbraio, quando nelle 24 ore si sono accumulati 1,6 millimetri di pioggia. Pari a poco più di un litro e mezzo a metro quadro. Una bottiglia d’acqua praticamente. È andata meglio il 15 febbraio, quando di millimetri nel capoluogo se ne sono accumulati 40. Ma si è trattato di una perturbazione passeggera, arrivata tra l’altro dopo 40 giorni di secca. Il fatto di arrivare da una stagione invernale poco nevoso, fa il resto. 
In questi giorni sono al lavoro anche le “sentinelle dei fiumi”, si tratta dei volontari delle associazioni di pesca attive in provincia che tengono monitorati i livelli dei corsi d’acqua, rogge comprese, per capire se il livello sia sufficiente a garantire la sopravvivenza dei pesci. Se così non è, intervengono «con metodi non impattanti - precisa Francesco Zanotto, responsabile dell’ufficio Caccia pesca e sport della Provincia - per catturarli e liberarli in zone dove i livelli idrici sono sufficienti». 
Sono circa 150 le persone appassionate del settore che vigilano su fiumi e torrenti vicentini, tra squadre di volontari e tecnici delle concessioni. Al momento la pesca non è comunque vietata e i problemi interessano più le rogge superficiali; in città su questo fronte la situazione appare ancora sotto controllo, mentre nella zona di Sandrigo sono già due gli interventi di recupero eseguiti, di cui uno proprio nella giornata di ieri. Zanotto ne approfitta per lanciare un appello: «Chi nota casi di sofferenza avvisi la polizia provinciale o le associazioni di pesca, in modo che si possa pianificare l’intervento». Operazione che, solitamente, viene organizzata nelle giornate di sabato, proprio per la maggior disponibilità di volontari. 
Vista la particolare situazione dal punto di vista delle precipitazioni, Arpav ha pubblicato anche un bollettino straordinario in cui precisa che «nei primi 15 giorni di marzo non si sono verificate precipitazioni significative. I modestissimi apporti localmente registrati dai pluviometri delle stazioni sono prevalentemente determinati da fenomeni di condensazione dell’umidità. Se anche nella seconda metà del mese non dovessero verificarsi precipitazioni significative questo marzo potrebbe diventare il più scarso di apporti dal 1994, meno del 2003 (6.8 millimetri come valore medio in Veneto), del 1998 (8 millimetri) e dello scorso 2021 (8.2 millimetri). 
Le conseguenze sono prevedibili e per nulla rassicuranti. Terreni secchi, agricoltura in allarme, fiumi verso i minimi storici. E falda in continua riduzione. La stazione di Dueville, a tal proposito, giovedì ha registrato un livello di falda pari a 53,112 metri sul livello del mare. Si tratta del valore più basso dall’inizio dell’anno. Il primo gennaio era infatti a quota 54,169 metri sul livello del mare, poi il 15 febbraio ha toccato i 53,114 metri. Le piogge di quel giorno hanno dato un leggero impulso, come pure quelle del 25, ma è durato poco. Dal 28 febbraio il livello della riserva sotterranea è continuato a scendere fino all’ultimo dato disponibile di giovedì. Il bollettino Arpav segnala inoltre che «alla data del 15 marzo le portate dei maggiori fiumi veneti, in calo pressoché costante dalla metà del mese di novembre, si mantengono ormai nettamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua ed in alcuni casi inferiori ai minimi storici». In tutto questo si registrano «deflussi apparentemente molto scarsi sull’alto Bacchiglione, in continuo esaurimento dopo il lieve incremento di metà febbraio». La stazione Astico a Pedescala sembra mostrare una portata media nei 15 giorni particolarmente bassa «e un valore al 15 marzo al minimo storico». Dati, questi, tuttavia ancora provvisori e in attesa di essere soggetti a verifica.

Alessia Zorzan

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