<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista

Manuela Dal Lago: «Questa città ha bisogno di qualcuno che la ami»

L'ex presidente della provincia si esprime sulla campagna elettorale
Manuela Dal Lago: la politica vicentina si è avvicinata a Coraggio Italia
Manuela Dal Lago: la politica vicentina si è avvicinata a Coraggio Italia
Manuela Dal Lago: la politica vicentina si è avvicinata a Coraggio Italia
Manuela Dal Lago: la politica vicentina si è avvicinata a Coraggio Italia

Il suo avrebbe potuto essere un grande ritorno, anzi, il grande ritorno di queste elezioni comunali. È andata diversamente. Ma l'avvicinamento di Manuela Dal Lago al partito di Luigi Brugnaro è comunque una notizia perché segna per lei, di cui è superfluo citare un curriculum che tra le altre cose l'ha portata a guidare la Provincia per dieci anni ed a fare da triumvira nazionale della Lega Nord, un riaffacciarsi sulla scena politica da cui si è tenuta volutamente alla larga negli ultimi anni.

Lei è stata "lighista" per una vita, come mai questo avvicinamento a Coraggio Italia? 
Io sono sempre stata una leghista liberale perché il mio passato è quello, arrivo dal Pli. Con Coraggio Italia mi sono sentita in un certo senso a casa. Questo gruppo mi ha ricordato un po' la Lega delle origini per un motivo: la presenza di persone che si sono messe in gioco solo per amore del proprio territorio.

Ma è rimasto qualcosa di liberale nel centrodestra di oggi? 
Le faccio una premessa: sto apprezzando come si sta muovendo Meloni, non il suo partito, ma lei si sta muovendo con una certa intelligenza. Detto ciò, di liberale questo centrodestra non ha quasi nulla e questo è un dato di fatto. Per questo l'eccezione rappresentata da Coraggio Italia mi ha convinta.

Era lei il candidato sindaco che il partito aveva detto di aver individuato? 
No, perché oltre ai miei 76 anni, ho problemi personali più importanti in questo momento di cui occuparmi. Ho però dato una mano, nel mio piccolo, con alcuni consigli e per aiutare avevo anche offerto la mia disponibilità a dare il mio nome da mettere in lista.

Hanno fatto bene alla fine a non presentarla la lista?
Sì, ho condiviso la decisione: quella di non volersi accodare alla coalizione a sostegno di Rucco e quella successiva di evitare il deposito della lista per non aggravare la situazione di un centrodestra già spaccato. Mi faccia anche aggiungere una cosa: questa città ha bisogno di una spinta nuova, ha bisogno di qualcuno che la ami profondamente, e rimango molto perplessa da questo avvio di campagna elettorale. Una campagna elettorale brutta, fatta di tante schermaglie, inutilmente aggressiva, vedo tante critiche e poco reale interesse a cambiare in meglio la città.

Lo stato di salute del centrodestra locale qual è secondo lei?
Non è sicuramente dei migliori. Basti pensare che ci sono tre persone di quest'area che oggi si muovono contro il centrodestra classico: Matteo Tosetto, che con la sua lista è passato nell'altro campo, Claudio Cicero e Lucio Zoppello che fanno una corsa autonoma. Ecco, io penso che se ci sono settori dell'area di centrodestra che oggi vanno da un'altra parte i cattivi non sono sempre e solo quelli che hanno deciso, appunto, di andarsene per conto loro. Evidentemente, se si è creato questo quadro tra chi fino a poco tempo fa faceva parte di questa amministrazione, significa c'è stato un problema in questi anni nella squadra che ha governato palazzo Trissino: forse si sono fatti troppi giochetti politici e poca amministrazione.

E lo stato di salute del centrosinistra?
Al di là di singole figure che stimo, ad esempio Federico Formisano, devo dire che questa nuova sinistra non mi piace per nulla perché secondo me la nuova segretaria del Pd Elly Schlein riporta il partito indietro di anni luce. Giacomo Possamai sarebbe pure una persona in gamba, ma ciò che ha dietro, il suo partito nazionale, appunto, non mi convince. Insomma, per farla breve: non apprezzo né questo centrodestra né l'altra parte.

Lei chi voterà allora alle Comunali?
Voterò scheda bianca. E non è una decisione che per come sono fatta prendo a cuore leggero. Cinque anni fa, per la prima volta nella mia vita, non andai a votare perché rimasi disgustata dal trattamento riservato a Fabio Mantovani: una brava persona, un bravo avvocato, presentato come candidato ufficialmente, attaccato da fuoco amico dal giorno dopo e poi affossato da una parte della Lega che stracciò gli accordi. Bisognerebbe essere sinceri e onesti, anche in politica. Stavolta invece andrò a votare ma, appunto, non darò la preferenza a nessuno.

La sua previsione sull'esito elettorale?
Credo si andrà al ballottaggio e il secondo turno è sempre un gran punto di domanda. Ricorda cosa successe tra Achille Variati e Lia Sartori? Ecco, all'epoca il centrodestra aveva stravinto le elezioni politiche e qui si pensava che bastasse questo per vincere. Non è andata così. Gli elettori sono più intelligenti di quanto i politici credono e alle amministrative l'affidabilità del candidato, la conoscenza diretta, fanno la differenza.

Le manca la politica attiva?
Oggi la politica purtroppo è sempre più deteriorata, quindi, no, non mi manca. 

Roberta Labruna

Suggerimenti