Qualche centinaio di persone. Non distanziate, ma praticamente tutte con la mascherina. Molti sono infermieri, più di qualcuno medico. Si sono dati appuntamento, ieri pomeriggio, a Campo Marzo; e già ben prima delle 18, orario di inizio del sit in (preannunciato alla questura) il piazzale dove era stato sistemato il palco di fatto era pieno.
A chiamare a raccolta il personale sanitario il movimento “ContiamoCi”, sede legale in via Ragazzi del ’99, che agli uffici di viale Mazzini avevano motivato l’appuntamento spiegando di voler organizzare una manifestazione a sostegno del personale sanitario sospeso dal servizio per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale.
Tesi ripetuta da Paolo Bellavite, classe 1952, docente in pensione dell’Università di Verona, e nome piuttosto discusso, facendo un rapido giro nel web, per le sue tesi sul vaccino anti Covid di cui a maggio scorso, non senza scatenare una marea di polemiche, aveva parlato anche alla trasmissione “diMartedì” in onda su La7.
«Sono un ricercatore, un docente, non ho l’obbligo vaccinale e la mia dose l’ho regalata ai bisognosi», attacca Bellavite, sopra al palco cinto da un lungo tricolore, tra gli applausi scroscianti del suo pubblico.
«Non sono iscritto all’ordine dei medici - continua l’ex docente - e nessuno mi può radiare». Ancora applausi.
Poi sul palco sale Dario Giacomini responsabile della radiologia dell’ospedale di Arzignano, fondatore di “ContiamoCi”, e appena dimessosi dall’incarico di segretario Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri dell’Ulss Berica. «Sospendeteci pure tutti - dice al microfono rivolgendosi alla platea - poi però qualcuno dovrò rimanere in ospedale al lavoro. Ho passato un anno e mezzo di Covid in ospedale insieme ai miei colleghi e ora ci vogliono mettere l’uno contro l’altro».
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