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Nelle Ulss vicentine

Mancano medici trasfusionisti: «Perse 200 donazioni di sangue»

Al 31 ottobre di quest’anno la Fidas Vicenza ha raccolto 24.721 unità di sangue
Al 31 ottobre di quest’anno la Fidas Vicenza ha raccolto 24.721 unità di sangue
Al 31 ottobre di quest’anno la Fidas Vicenza ha raccolto 24.721 unità di sangue
Al 31 ottobre di quest’anno la Fidas Vicenza ha raccolto 24.721 unità di sangue

I donatori ci sono, la raccolta di sangue tiene, ma la generosità dei vicentini e l’impegno dei volontari rischia di essere vanificato dalla mancanza di medici trasfusionisti. «Il 2021 è stato un anno complicato perché abbiamo avuto parecchi problemi, concentrati soprattutto nell’Ulss 7, per una carenza di medici che ha fatto sì che ci sia stata una perdita di donatori e di donazioni - afferma la presidente provinciale di Fidas, Chiara Peron, in occasione dell’assemblea associativa svoltasi ieri al centro congressi di Confartigianato Vicenza -. È da anni che parliamo della carenza di medici, ma adesso siamo probabilmente arrivati all’anno “X”. Da qua in poi sarà una gestione particolare tant’è che, addirittura, l’anno prossimo dovremo chiudere alcuni giorni alcuni centri trasfusionali sia nell’Ulss 8 che nell’Ulss 7 proprio per permettere, in caso di malattia improvvisa di un medico, che ci sia almeno un’altra persona che si può liberare e andare a sostituirlo. Quindi cominceremo un 2022 un po’ così, in punta di piedi, ma sarà sicuramente da gestire al minuto».

Ciò nonostante, al 31 ottobre di quest’anno sono state raccolte 24.721 unità di sangue. «Siamo praticamente in pari con l’anno scorso - prosegue Peron -. È un dato che, tutto sommato, va abbastanza bene. Aspettiamo gli ultimi due mesi, che sono quelli un po’ più corposi. La nostra fiducia è quella di chiudere in pareggio con il 2020. Ovviamente, avremmo potuto fare molto di più perché duecento e anche più donazioni le abbiamo perse proprio a causa di questa criticità». 
Un problema che, secondo la presidente di Fidas Vicenza, andrebbe affrontato a livello nazionale perché non riguarda solo la provincia berica, dove l’ultimo bando indetto dall’Ulss 8 è andato deserto. «È dettato probabilmente dal fatto che la sanità non ha mai dato una specializzazione vera e propria a questa categoria - sottolinea Peron -. Quindi, bisogna per forza agire nella parte più alta della piramide perché è fondamentale che qualcuno ci metta la testa e faccia qualcosa. Anche perché oggi si presenta come una criticità in cui, tutto sommato, ci si riesce anche a districare, ma domani questo sarà un problema vero e proprio. Non solo a Vicenza, ma in tutta Italia. Se non ci sono medici che possono fare attività trasfusionale, come facciamo a dare una risposta ai pazienti che aspettano ogni giorno il sangue?». 

 

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19, invece, pare non aver influito più di tanto sull’attività della Fidas. «L’impatto del Covid è stato minimo, almeno questa è la nostra percezione - dice Peron -. La gente andava a donare anche durante il lockdown. Le agende erano piene». È proprio grazie alla generosità dei vicentini che la Fidas, nonostante le difficoltà, guarda comunque al futuro con ottimismo. Il 13 dicembre, inoltre, verrà inaugurato il nuovo centro trasfusionale di Lonigo, fortemente voluto dall’associazione. 

 

Valentino Gonzato

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