Se c’è una cosa che non manca alla criminalità organizzata è il denaro. La mafia, la ’ndrangheta sono, a loro modo, illecito ovviamente, dei gruppi imprenditoriali molto redditizi. Il problema si presenta quando i soldi guadagnati devono essere riciclati, ripuliti e rimessi in circolo senza destare sospetti. Quale modo migliore di investirli direttamente in qualche piccola o media industria veneta, magari sfruttando qualche momento di difficoltà economica per presentarsi al cancello con una salvifica, si fa per dire, iniezione di capitale per tenerla in piedi e aggirare gli ostacoli frapposti dalle banche al momento della richiesta di prestiti? «È proprio così – commenta Erik Pretto, il deputato leghista di Marano che presiede, nell’ambito della Commissione antimafia della Camera, il Comitato per l’analisi delle procedure di gestione dei beni confiscati e sequestrati alle mafie – il Veneto, e la provincia di Vicenza in particolare, fanno gola a questi criminali. Ce ne siamo accorti analizzando i dati degli immobili posti sotto sequestro dall’autorità giudiziaria in relazioni a indagini sulle infiltrazioni mafiose. Dei 260 immobili tolti dalla disponibilità della criminalità organizzata in Veneto, circa cento sono nel Vicentino, la provincia più gettonata. Seguono Padova, Verona e Venezia con una cinquantina tra appartamenti, box auto, terreni agricoli e negozi. Chiudono Treviso con una decina di immobili e Rovigo con un edificio adibito a magazzino».