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Il dato

Incentivi e smog: due terzi del parco auto inquina e rischia lo stop

Quasi 400 mila vetture sono costruite da oltre 7 anni e non rispettano gli standard di emissioni più recente. I diesel Euro 4 a rischio in area rossa sono 63 mila
Due terzi del parco auto inquina e rischia lo stop
Due terzi del parco auto inquina e rischia lo stop
Due terzi del parco auto inquina e rischia lo stop
Due terzi del parco auto inquina e rischia lo stop

Non sono per forza inquinanti ma di sicuro sono state costruite come minimo otto anni or sono. Due auto su tre, tra l’oltre mezzo milione di quattro ruote che circolano nel Vicentino, non rispondono agli standard delle emissioni Euro 6, ma viaggiano tra lo zero e il cinque. Sono 396.724 sulle 583.250 censite nel complesso. E l’elettrico puro? In percentuale copre circa lo 0,4 per cento del totale non raggiungendo le 2.300 unità.

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Emissioni e polveri sottili

Parlando di emissioni e di polveri sottili, basta pensare che, limitatamente al territorio comunale del capoluogo, qualora dall’allerta verde si dovesse passare a quella arancione, resterebbero libere di circolare per le strade della città, salvo deroghe, circa 82 mila automobili diesel mentre il 70 per cento delle automobili alimentate a gasolio dovrebbero restare ferme o, comunque, dovrebbero sfilare evitando le strade cittadine. 
Osservando le statistiche riferite a ogni Comune, si vede come venga mantenuta quasi come una costante la percentuale del 30 per le automobili Euro 6. Per citare le tre città più popolose, a Vicenza, sono 25.524; a Bassano quasi 9 mila e a Schio più di 8 mila.

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La posizione dell'Aci

Il presidente dell’Aci della Provincia di Vicenza, Luigi Battistolli, grande esperto di automobilismo, commenta sfavorevolmente queste restrizioni: «L’automobile concorre all’inquinamento per il 24 per cento del totale. Il dato si riferisce al 2019, giacché il 2020 non è probante per il lockdown. In altre parole, un grammo di CO2 su quattro che va nell’atmosfera esce dal tubo di scappamento. Questo significa che il problema dell’inquinamento va affrontato a 360 gradi valutando tutti i fattori inquinanti». Sulla messa al bando del motore endotermico nel 2035, Battistolli è caustico «Le case costruttrici obtorto collo si stanno adeguando. Ma non bisogna dimenticare che in Italia l’automotive vale il 5,2 per cento del Pil con una filiera da 268.000 occupati. In sintesi, bisogna sicuramente perseguire un’economia sostenibile ma senza creare nuove povertà».

All’orizzonte un pericolo per la mobilità. «Il motore endotermico ha garantito a tutti il diritto di movimento. Se vengono messi sul mercato autoveicoli elettrici troppo costosi o si pongono troppi limiti ai veicoli di vecchia generazione, si limita inevitabilmente la libertà di muoversi». 

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I blocchi anti-smog

Ed è proprio questo il limite dei blocchi anti-smog, secondo la guida di Aci: «Facevo un discorso generale, ma mi riferivo nello specifico anche a quella misura, che si ripropone oramai da qualche anno. Come noto, l’origine del divieto si deve ricondurre all’Accordo di Bacino Padano per limitare l’emissione in eccesso dei PM 10 nell’aria. I sindaci di fatto hanno le mani legate anche perché il superamento di certi limiti comporta delle multe all’Italia da parte dell’Unione Europea. Al di là delle prevedibili eccezioni che saranno previste nelle ordinanze come il raggiungimento del posto di lavoro, mi chiedo se in un momento di caro-bollette, caro-vita, prospettive di recessione non sia il caso di allargare le maglie evitando limiti che potrebbero sembrare ingiustificati». Per il futuro, Battistolli conclude: «È necessario evitare passi repentini troppo in avanti. Considerando i maggiori costi delle elettriche e ibride, sono favorevole a incentivi, oltre che per queste ultime auto, anche per l’acquisto di vetture usate euro 5 e 6». 

 

Karl Zilliken

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