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Vicenza

Lucciola positiva
ma lei non parla
Appello ai clienti

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La ragazza è ricoverata al San Bortolo di Vicenza
La ragazza è ricoverata al San Bortolo di Vicenza
La ragazza è ricoverata al San Bortolo di Vicenza
La ragazza è ricoverata al San Bortolo di Vicenza

Sta meglio la prostituta nigeriana di 23 anni ricoverata da venerdì in una delle stanze a pressione negativa del reparto di malattie infettive del San Bortolo diretto da Vinicio Manfrin, ma il tampone resta positivo. La donna che, secondo i documenti presentati ai sanitari, ha residenza a Trento, non parla. A parte le difficoltà linguistiche è probabilmente la paura a farle mantenere un ostinato silenzio. Impossibile, quindi, per il Sisp, il Servizio di igiene pubblica, riuscire a capire cosa abbia fatto e dove si trovasse nelle ore precedenti al suo arrivo in ospedale, ma anche risalire agli spostamenti fatti negli ultimi giorni e soprattutto ai contatti avuti e alle persone incontrate. Svanito nel nulla pure l'uomo, di nazionalità straniera, non però un africano, quasi certamente il suo protettore, che l'ha accompagnata al San Bortolo, lasciando un nome forse falso, e, quindi, anche su questo fronte l'Ulss vaga nel buio. Il mistero è fitto.  Non si sa da dove cominciare per far partire un'indagine epidemiologica, un "contact tracing", che sarebbe, invece, fondamentale per isolare le persone che avessero avuto rapporti ravvicinati con la ragazza africana: clienti, conviventi, "colleghe" di lavoro e di strada, e troncare, quindi, sul nascere un eventuale nuovo cluster.

 

Sfugge probabilmente il sinistro pericolo legato a questa vicenda di sesso, di omertà e reticenze, e, ora, di primaria sanità pubblica. Quella più al sicuro di tutti è, indubbiamente, proprio lei, la giovane nigeriana accompagnata e lasciata al San Bortolo. Rischiano molto di più coloro con i quali è stata insieme: sconosciuti, sfruttatori, amiche lucciole. Potrebbero essere già positivi. Avere addosso il Covid19. Ma rischiano anche i familiari, inconsapevoli, dei clienti. Anche loro potrebbero scivolare, senza saperlo, nella bolla del contagio. Da qui, dunque, l'importanza di rintracciare subito i contatti come il Sisp, guidato da Maria Teresa Padovan ha finora sempre fatto ogni volta che nella popolazione è emerso un tampone positivo. 

Franco Pepe

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