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Verso le elezioni

Lega, Salvini chiama Stefani e Fontana

Alberto Stefani (ccordinatore veneto), Erika Stefani (ministro uscente) e Lorenzo Fontana (visesegretario nazionale)
Alberto Stefani (ccordinatore veneto), Erika Stefani (ministro uscente) e Lorenzo Fontana (visesegretario nazionale)
Salvini: "Oggi chiudiamo liste, io corro a Milano"

Ci sarà anche il campione di pallavolo Luigi Mastrangelo tra i candidati della Lega alle Politiche del 25 settembre. È l’ultimo nome, in ordine di tempo, che è stato confermato ieri ufficialmente dal Carroccio. Ma così facendo si riducono sempre di più i già scarsi posti a disposizione. E la tensione sale tra i parlamentari veneti uscenti che sono in attesa di conoscere le loro sorti. Certo, si tratta di volti conosciuti che sicuramente porteranno voti, ma è altrettanto vero che toglieranno spazi vitali ai politici. Da quel che si sa al momento in cui si scrive, gli outsider della società civile non dovrebbero comunque essere inseriti nelle liste del Veneto.

L’altra certezza, arrivata sempre ieri ufficialmente da via Bellerio, riguarda la ricandidatura dei ministri uscenti. Tra questi c’è la vicentina Erika Stefani. Un nome che era dato per blindato da giorni. Disco verde anche per il veronese Lorenzo Fontana, vicesegretario nazionale. E per gli altri? «Buio assoluto». E c’è chi ricorda il messaggino ricevuto nei giorni scorsi: «Chi verrà ricandidato verrà chiamato tra sabato e domenica dalla segreteria federale per le firme».

Insomma, i giorni sulla graticola stanno per finire per i 32 parlamentari veneti uscenti. Quasi la metà di loro non tornerà a Roma vuoi per la riduzione dei seggi, come prevede la nuova legge elettorale, vuoi perché i sondaggi danno una Lega più in difficoltà rispetto all’ultima tornata nel 2018. L’attesa comunque logora. E intanto montano le critiche per il fatto che la direzione veneta - con il governatore Luca Zaia, gli ex ministri Erika Stefani e Massimo Bitonci, il vicesegretario Lorenzo Fontana, il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco, l’assessore Marcato e il segretario regionale Alberto Stefani - non sia stata mai convocata neppure per proforma sulle valutazione dei nomi candidabili. «Cosa mai accaduta prima», denunciano alcuni uscenti che preferiscono restare anonimi. E poi perché i coordinatori provinciali non avrebbero pubblicizzato nei modi adeguati la finestra di tempo per la presentazione delle auto-candidature, «come invece è sempre accaduto», rincarano.

Il conto alla rovescia comunque è partito. Tra oggi e domani sono previste le riunioni decisive in via Bellerio con Salvini che porrà l’imprimatur alle liste definitive. E ci saranno anche gli ex sottosegretari Franco Manzato e Luca Coletto? Da Verona si è chiamato subito fuori dai giochi Vito Comencini, deputato uscente. Per alcuni ha solo anticipato quella che sarebbe stata una esclusione certa, visto che non correrebbe buon sangue con il vice di Salvini, Fontana. Secondo alcuni sarebbe quest’ultimo a comporre l’elenco dei candidabili da mostrare a Salvini. Secondo altre ricostruzioni che circolano, sarebbe una triade padovana a preparare quell’elenco formata dal segretario del Veneto, Stefani, Andrea Ostellari, già senatore, e l’ex ministro e sindaco della città patavina, Bitonci. Sarà vero? Alla fine c’è chi maligna: «Se risulterà in elenco anche la compagna di Bitonci, Marica Fantuz, deputata uscente, sarà la certezza».

L’altra coppia di big leghisti è formata dall’uscente deputata Angela Colmellere e dall’assessore regionale, Giampaolo Bottacin. Quest’ultimo rappresenta un pacchetto di voti importanti. Sarebbe sicuramente una mossa vincente metterlo in campo, a maggior ragione in una fase così delicata per la Lega. Ma pare che i regionali siano stati esclusi a prescindere. Il motivo di questa indicazione non starebbe, però, nella solita contrapposizione “zaiani” contro “salviniani”, ma dal criterio di scelta. E cioè: chi ha già un impegno resta dove sta. Anche perché sarà già dura far digerire a chi resterà fuori dai giochi la delusione. Ma si tratta solo di ipotesi. Di certo, quello che sta facendo innervosire è l’assordante silenzio che arriva dalla stanza dei bottoni, in via Bellerio a Milano, dove si decidono i nomi.

Cristina Giacomuzzo

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