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Duplice femminicidio

Le lacrime della sorella di Lidija: «Si sapeva che questo giorno sarebbe arrivato, doveva essere salvata»

Tanta rabbia e disperazione per una morte annunciata. È quanto filtra dalle parole di Sanja Miljkovic, la sorella di Lidija, la donna serba vittima, mercoledì mattina, della furia omicida del suo ex marito, Zlatan Vasiljevic. Lungo la scia di sangue e di lutti restano tanti interrogativi, tanti dubbi, di fronte ai quali si affliggono familiari e amici. È stata una tragedia annunciata, secondo Sanja, la sorella di Lidija Miljkovic: troppi, negli anni, i segnali che lasciavano immaginare un epilogo drammatico. 
«Mia sorella sapeva che lui la seguiva, lo aveva visto più volte - racconta Sanja, affranta - Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato. Conoscevamo la situazione, la polizia sapeva. Ora si è risolto tutto, mia sorella non c’è più e noi stiamo male». Secondo Sanja, si sarebbe potuto e dovuto fare di più per salvare Lidija. «Non ce l’ho con la polizia, in Italia purtroppo la legge è così, non possiamo fare niente - continua - Sapevamo che quell’uomo aveva le armi, anche dei coltelli con i quali voleva colpire mia sorella, lo avevamo detto ai poliziotti. E secondo me, tutto l’esplosivo che aveva in macchina era per noi». Il dubbio è che l’omicida volesse uccidere anche i familiari di Lidija, un’ipotesi condivisa anche dagli inquirenti che stanno indagando per fare piena luce sulla vicenda. «Lui andava e veniva dalla Bosnia, aveva amici strani, era sempre ubriaco - continua Sanja - Noi vivevamo ogni giorno con la paura, prima o poi sapevamo che sarebbe successo questo, ma ci dicevano che la legge è così e non si può fare nulla. È la legge italiana ad essere stupida. Per me, lui sarebbe dovuto essere messo in carcere. Ho parlato cento volte alla polizia e ai carabinieri, ma mi dicevano che non si poteva fare niente, perché lui non aveva fatto nulla». 
Il giorno dopo la tragedia sono tante le domande che restano senza risposta. Ora è il momento del dolore, ma c’è anche tanta rabbia. “Sono molto arrabbiata, come non potrei esserlo? - sottolinea la donna -. Mia sorella è stata uccisa dopo 5 anni durante i quali si sapeva tutto. Avevo parlato anche con lui, ma non ne valeva la pena. Mia sorella non mi parlava mai di quell’uomo, nessuno di noi lo voleva vedere. Lui ce l’aveva con Lidia perché lo aveva lasciato, non aveva accettato che mia sorella se ne fosse andata. Non si era rassegnato ad avere perso un tesoro quale era mia sorella. Ora lei non c’è più e io vorrei solo averla ancora qui, con me». 

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Matteo Carollo

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