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Vicenza

La Tav cambia la città. Dai ponti alle strade: lavori per un miliardo

Più che un amministratore il prossimo sindaco dovrà essere un ottimo ingegnere. Dando per buone le parole di Vincenzo Macello, commissario straordinario della Tav Brescia-Padova, nel 2027 saranno conclusi i lavori del progetto alta velocità nella tratta che arriva fino alla stazione di Vicenza; che tradotto significa, sempre secondo le parole del dirigente Rfi, avvio del cantiere nel secondo semestre 2022, per entrare nel vivo a 2023 inoltrato. Un aspetto positivo, sì, ma che porterà con sé qualche inevitabile disagio. Già, perché mica è solo questione di binari. Mica l’operazione si concluderà con la posa di altre due corsie in ferro. Macché, il maxi-progetto Tav da un miliardo di euro stravolgerà la città, con ponti, sottopassi, nuove strade e ciclabili. La Vicenza che si vedrà tra dieci anni sarà profondamente diversa.

 

I NUMERI. Sei chilometri di linea ferroviaria nuova, di cui 5,9 in rilevato/trincea e 80 metri in viadotto. Una fermata in Fiera (con banchine) e la stazione principale con maxi-parcheggio interrato in viale Roma, inglobando in un unico polo dell’intermodalità l’attuale fabbricato a servizio dei treni e quello vicino di Svt dedicato ai bus. Fin qui le opere ferroviarie. In realtà il progetto che coinvolge solo ed esclusivamente il territorio del capoluogo berico porta con sé una quantità di opere viabilistiche complementari che rappresentano una fetta importante del costo totale. Inizialmente il valore della tratta era di 805 milioni di euro (in sede di progetto preliminare) mentre ora (con il progetto definitivo in mano) si parla di un miliardo e 75 milioni di euro. Se si calcola che il primo lotto funzionale (di 44 chilometri) ha un costo di 2,7 miliardi si comprende come le infrastrutture viarie complementari alla ferrovia abbiano un peso economico notevole per il lotto in comune di Vicenza. «Il progetto - scrive Rfi - prevede interventi di riassetto della viabilità funzionali a garantire un accesso rapido alla stazione da ovest e da est». 

 

A OVEST. Comincia da qui il viaggio attraverso la rivoluzione. La prima grande novità è in zona Fiera. Sarà realizzato un nuovo sottopasso (che sarà utilizzato dal filobus e dalle auto) che consentirà il collegamento tra via dell’Oreficeria e la rotatoria di Ponte Alto. Lungo via dell’Oreficeria verranno realizzate tre rotatorie: una all’intersezione con viale della Scienza. Restyling anche per viale degli Scaligeri: non ci saranno più due ponti come oggi ma un maxi-viadotto che passerà accanto alla Fiera. Ultima novità della zona ovest è la nuova strada che si staccherà da viale dell’Industria. Si svilupperà attraverso via dell’Arsenale, e all’altezza del cavalcaferrovia di Ferreto de Ferreti (che sarà demolito e verrà sostituito da un sottopasso ciclopedonale) passerà sotto i binari - qui verrà creata una rotatoria per il collegamento con viale Verona - per poi arrivare nella zona della stazione correndo lungo l’ex sedime Ftv.

 

Il plastico realizzato da Rfi dove si vede il nuovo cavalcaferrovia di via Maganza e la stazione
Il plastico realizzato da Rfi dove si vede il nuovo cavalcaferrovia di via Maganza e la stazione

 

IN CENTRO. Se la stazione rimarrà centrale (completamente rinnovata) attorno ci sarà una rivoluzione. Per consentire il collegamento dei Ferrovieri con la zona di viale Milano sarà creato un grande viadotto che da via Maganza atterrerà dove oggi si trova il parcheggio dei bus di Svt; qui verranno ricavate due rotatorie e lungo il ponte ci sarà anche una ciclabile. 

 

A EST. Lo stravolgimento non è da poco. Si parte dell’asse centrale: il cavalcavia di viale della Serenissima sarà demolito. Ne verrà creato uno nuovo che si staccherà poco prima di via Zamenhof e atterrà direttamente in via Aldo Moro. Contestualmente via Martiri delle Foibe sarà prolungata: l’arteria, una volta passata strada dei Pizzolati, passerà sotto il nuovo cavalcaferrovia di viale della Serenissima e si ricongiungerà con una nuova rotatoria che verrà creata lungo strada Padana superiore verso Padova. Il rondò sarà a sua volta collegato a una grande rotatoria di innesto con il maxi-ponte che, di nuovo, avrà vicino una piccola rotatoria tra il villaggio della Pace e l’ingresso del Foro Boario. Sarà utilizzata dal filobus che arriverà da viale della Pace utilizzando il sedime del vecchio ponte in parte demolito. Già, il filobus; un’altra rivoluzione.

 

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Nicola Negrin

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