<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La ripartenza

La rivoluzione del Pnrr nel Vicentino con più di 100 milioni. Zaia: «I soldi non spesi vanno dati alle Regioni virtuose»

Dalla riqualificazione di piazze e quartieri, ai restauri di palazzi storici, dalla sistemazione di aree verdi e impianti sportivi all’ampliamento di edifici scolastici, fino alla realizzazione di nuovi assi ciclabili e al potenziamento dei servizi per senzatetto e famiglie in difficoltà. Oltre a una maxi operazione di recupero di un borgo storico: Recoaro. Sono solo alcune voci dell’elenco delle opere per le quali il territorio vicentino ha già staccato il biglietto del cambiamento, grazie ai fondi europei ottenuti nell’ambio del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Alla provincia berica, infatti, sono già stati garantiti oltre 112 milioni di euro, di cui 32,5 solo nel capoluogo (compresi i Comuni del distretto est dell’Ulss 8 Berica per quanto riguarda gli interventi di inclusione sociale). Un tesoro grazie al quale Vicenza scommette sul proprio futuro.

Tra le opere previste in provincia, ci sono 14,2 milioni per la rigenerazione urbana suddivisi tra Bassano, Schio, Valdagno, Thiene, Montecchio Maggiore, Arzignano e Lonigo tra riqualificazione impiantistiche e delle aree verdi, manutenzioni, sviluppo di reti ciclabili, ampliamento di spazi pubblici. Ci sono i circa 28 milioni che la Provincia ha ottenuto per interventi alle scuole superiori (tra i quali l’ampliamento di Quadri e Montagna), ma anche i 4,5 e i 7 milioni assegnati rispettivamente a Zugliano e Zanè per nuove scuole. Un’infornata di risorse anche per Recoaro che potrà contare sui 20 milioni per il compendio termale.

Anche l’intensità degli applausi dice qualcosa. In questo caso dice che dei tre ospiti politici sul palco del teatro comunale, due sono il sindaco Francesco Rucco e il ministro leghista allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il più amato è il terzo: il presidente del Veneto Luca Zaia. Ben inteso, pure Rucco e Giorgetti vengono applauditi al momento delle presentazioni, ma quando tocca a Zaia i decibel si alzano chiaramente di un tono rispetto a quelli riservati al suo compagno di partito. D’altronde Zaia gioca in casa e nella mattinata dedicata ad approfondire le pieghe del Pnrr veste anche i panni del buon samaritano candidando le Regioni virtuose, come il Veneto, a fare da tutor a quelle che sono meno sul pezzo. 
Ma andiamo con ordine. Perché c’è una premessa da fare: «Il 40 per cento dei fondi del Pnrr sono destinati al Sud e l’80 per cento dei fondi di sviluppo e coesione pure». E Zaia davanti a questa evidenza non fa salti di gioia, tutt’altro. Pare di capire neanche Giorgetti visto che il ministro, in linea con il governatore, concede anche lui una battuta su questo: «Si fa fatica ad accettare che un paese del Vicentino prenda un quinto o un decimo di quello che arriva in altre parti del Paese». Il sottotesto dell’adagio, che fa parte dello storico armamentario del Carroccio, passato in cavalleria altrove ma non qui, dove l’identità leghista è ancora considerata una cosa seria, è chiaro quando Zaia dice: «Non possiamo andare in Europa e dire che non riusciamo a spendere i soldi». In sostanza, il rischio è che ci siano parti d’Italia che pur avendo “il bottino” non lo riescano a far fruttare. E per Zaia, forse, è qualcosa di più di un rischio astratto. 
Per questo (ri)butta sul tavolo la proposta di creare una cassaforte nazionale dove far mettere i soldi a chi non è riuscito a realizzare i progetti del Pnrr per rassegnarli invece a quei territori che hanno fatto il loro dovere: «Noi siamo pronti per fare le cose, lo dimostra lo storico di investimento nei fondi comunitari. Pensiamo che sia fondamentale che anche per il Pnrr nasca l’overbooking: ovvero quel salvadanaio che viene messo a disposizione di chi sa utilizzare i fondi». Se qualcuno non sa spendere i quattrini, insomma, li si dia agli altri. Ma il presidente del Veneto lancia anche un’altra idea: «Sono convinto che le regioni più virtuose e più attrezzate possano fare attività di tutoraggio nei confronti di chi magari ha difficoltà». 
Già, perché se i soldi ci sono, la parte difficile, in un Paese che brilla per burocrazia e lentezze, è mettere a terra concretamente i progetti. E, in verità, a sentire le categorie e gli amministratori presenti ieri questa paura c’è anche a queste latitudini. Per questo Marco Leonardi, che è il capo del dipartimento programmazione economica di palazzo Chigi, precisa: «Il Pnrr è a un punto cruciale, quello del passaggio tra governo ed enti attuatori». 
E la sfida del Pnrr, comprese le riforme che si porta appresso, è una di quelle che non si può perdere. Di sicuro non aiuta il clima che si respira a Roma dove il continuo smarcarsi dalla linea del governo di Giuseppe Conte e Matteo Salvini, tornati ad andare d’amore e d’accordo, mina se non la stabilità, di certo la serenità del governo. Ed evidentemente non è un caso che Giorgetti non voglia rispondere a domande di natura politica. Compresa quella sul presunto dualismo tra lui e il “capitano”. Anche se i leghisti assicurano che questo dualismo è opera di fantasia. Non è fantasia invece che Giorgetti e Zaia vengano considerati il volto pragmatico del partito. «La sintonia con Giorgetti? Io sono in sintonia con tutti», risponde sorridendo il governatore. 
Non sorride invece quando c’è da analizzare la situazione: «Sì, siamo in un’economia di guerra. Lo sto dicendo da mesi: c’è un’economia di guerra con le bombe e una senza bombe. Noi siamo in un teatro di economia di guerra senza bombe, ma subiamo tutti gli effetti dell’economia di guerra. Il gas è aumentato di cinque volte, le materie prime sono schizzate verso l’alto, abbiamo visto fermi produttivi di molte imprese che non ce la fanno più a produrre». Ci sono comparti che soffrono di più, Zaia ne cita due che sono quelli dell’industria siderurgica e dell’edilizia, ma pure gli altri non se la passano benissimo. «Sul turismo, al netto del fatto che manca la manodopera, abbiamo segnali incoraggianti ma in una notte abbiamo scoperto di essere in guerra, quindi bisogna incrociare le dita».

Leggi anche
La rivoluzione del Pnrr nel Vicentino con più di 100 milioni. Zaia: «I soldi non spesi vanno dati alle Regioni virtuose»

 

Laura Pilastro - Roberta Labruna

Suggerimenti