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Vicenza

La polizia romena
«I nostri criminali
scappati in Italia»

Valentino Gonzato «Da quando la Romania è entrata a far parte dell’Unione Europea molti criminali sono fuggiti dal nostro Paese per trasferirsi in Italia. Anche per questo motivo, negli ultimi due...
Le delegazioni Ipa in questura  con il questore Giampietro. COLORFOTO
Le delegazioni Ipa in questura con il questore Giampietro. COLORFOTO
Le delegazioni Ipa in questura  con il questore Giampietro. COLORFOTO
Le delegazioni Ipa in questura con il questore Giampietro. COLORFOTO

Valentino Gonzato

«Da quando la Romania è entrata a far parte dell’Unione Europea molti criminali sono fuggiti dal nostro Paese per trasferirsi in Italia. Anche per questo motivo, negli ultimi due anni la collaborazione tra la polizia romena e quella italiana si è intensificata notevolmente». Parole del questore di Bucarest, Marius Voicu. Che a inizio settimana ha visitato la questura di Vicenza nell’ambito di uno scambio culturale e professionale organizzato dall’Ipa, l’International Police Association di Vicenza, l’associazione che raggruppa membri, in servizio o in pensione, di tutte le forze dell’ordine e dei vigili del fuoco. Accolto dal questore Gaetano Giampietro e dai dirigenti dei vari reparti, il capo della polizia di Bucarest, assieme al resto della delegazione romena, ha osservato le modalità operative della polizia vicentina per poi continuare il programma della giornata facendo tappa al Coespu.

Questore Voicu, quali sono le sue impressioni dopo aver visitato la questura di Vicenza?

Sono molto contento di quello che abbiamo visto. La vostra polizia lavora bene ed è molto organizzata. Ho conosciuto degli ottimi professionisti.

Parlava di cooperazione tra polizia italiana e romena. Come giudica gli sforzi comuni nella lotta al crimine?

Il giudizio non può che essere molto positivo. L’Italia è uno dei Paesi con i quali lavoriamo maggiormente in stretta sinergia, proprio per la grande presenza di criminali provenienti dalla Romania. Siamo passati dal semplice passaggio di informazioni a una vera e propria azione operativa.

Quali sono gli aspetti operativi di questa collaborazione?

Da qualche anno sono attive alcune squadre composte da italiani e romeni che lavorano in entrambi i Paesi, in uno scambio continuo di professionalità che ci ha permesso di conseguire risultati importanti. Queste équipe miste si occupano soprattutto di combattere la criminalità organizzata, il traffico di sostanze stupefacenti, i reati finanziari e lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

Le leggi romene sono severe e nel vostro Paese c’è la certezza della pena. È questa combinazione di fattori che vi ha permesso di ridurre il numero complessivo di reati negli ultimi anni?

Sì, ma non solo. Per combattere in maniera efficace la criminalità serve anche una procedura penale più veloce, in modo da arrivare velocemente alla condanna della persona arrestata dalla polizia. Dal 2014 in Romania è stato introdotto un nuovo codice, che ha accorciato notevolmente la durata dei processi. Il legislatore ha impiegato cinque anni per raggiungere questo importante obiettivo, ma i risultati si sono visti fin da subito: prima i processi duravano da 5 a 7 anni, ora la media è di uno, massimo due. La riforma del codice è stata graduale e ha riguardato prima i reati più gravi, quelli contro cui combattiamo quotidianamente per colpa della criminalità organizzata, dal riciclaggio di denaro alle rapine.

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