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Intervista al segretario provinciale

La Cisl rompe il fronte: «Al lavoro col vaccino»

«Abbiamo il compito di fermare questo virus». Raffaele Consiglio si smarca e fa un passo avanti. Il segretario generale di Cisl Vicenza disegna nuovi parametri riguardo l’impegno del sindacato, il suo ma non solo, in un panorama rivoluzionato dal Covid. Perché «in un momento così complicato bisogna decidere di schierarsi» e di isolare altre sigle e figure politiche che mantengono una posizione ambigua, tra vaccini, green pass e libertà di scelta. 

Il diritto al lavoro passa attraverso il green pass. Perché è così importante?
Nei posti di lavoro c’era già stata la creazione di comitati aziendali che hanno sancito procedure per impedire al virus di proliferare ma sembra che in molti si siano dimenticati che ci troviamo davanti a una variante molto più contagiosa secondo dati medici. Per questo è necessario garantire che nei posti di lavoro non ci sia la possibilità di essere contagiati. Il vaccino e il tampone non sono precisi al 100%, lo sappiamo, ma sono i migliori strumenti a disposizione. La Comunità europea sta studiando strategie per inserire il Covid tra gli elementi patogeni in relazione ai posti di lavoro e noi dobbiamo farci trovare pronti perché allora, legalmente, datore di lavoro e istituzioni dovranno garantire la sicurezza.

C’è però una differenza tra vaccino e tampone.                                                            Io non condivido la possibilità di scegliere tra vaccino e tampone. Il virus non si ferma con il tampone ma solo con il vaccino. Un anno e mezzo fa pregavamo che si trovasse un siero. È l’unico modo per fermare il virus. 

Alcuni no-vax si stanno organizzando, puntando a tamponarsi fino a fine anno e sperando in un allentamento delle norme sul green pass nel 2022.
Il tema non è cosa vogliano fare i singoli. Si tratta di una responsabilità civile. Oltre a esserci dimenticati della variante, nessuno si chiede come sarebbe la situazione del contagio senza la vaccinazione. Affinché smettano di morire persone anziane e fragili bisognerebbe subito fare una scelta di responsabilità civile e vaccinarsi. Segno dei tempi sono anche le parole di certi politici attendisti su questo tema. Il mio appello è quello di riflettere e di contribuire non solo con il green pass ma con il vaccino. Dalla comunità scientifica sappiamo che c’è da raggiungere una soglia di immunizzati. Visto che il vaccino non copre al 100%, come tutti i sieri, è bene che questa soglia venga superata. Cerchiamo di pensare alla collettività e di essere responsabili.

C’è in ogni caso la questione-tamponi. A carico di chi?
Non potranno essere completamente a carico del datore di lavoro perché questo divide i lavoratori, è già stato sperimentato. Non esiste il tampone gratis, bisogna decidere chi lo paga: o con i soldi di tutti o del datore di lavoro. Chiederemo dei contributi ma credo sarà difficile. Nei posti di lavoro ci sono milioni di lavoratori vaccinati che hanno fatto la scelta giusta e chiedono a noi del sindacato di diffondere la cultura del vaccino. È l’unico strumento che abbiamo per permettere di far stare più sereni i nostri genitori e i nostri figli.

Ci possiamo permettere un altro lockdown?
Non possiamo richiudere per motivi economici ma soprattutto sociali. La pandemia ha creato delle grandi ferite nella società. Pensiamo ai giovani. I non vaccinati sono di diverso tipo, c’è chi ha paura e chi è preoccupato. Invito tutti a non guardare i post sui social ma a informarsi sui siti e le strutture approvate dalla comunità scientifica. Parliamo sempre dei non vaccinati ma bisogna ringraziare chi si è immunizzato e in particolar modo i giovani che hanno scelto di farlo con grande responsabilità per proteggere i più debo

Karl Zilliken

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