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Vicenza

La bacchettata di Ascom: «Manca una visione nel disegno della città»

L'associazione dei commercianti chiede al Comune di avere una visione sul progetto di città futura
L'associazione dei commercianti chiede al Comune di avere una visione sul progetto di città futura
L'associazione dei commercianti chiede al Comune di avere una visione sul progetto di città futura
L'associazione dei commercianti chiede al Comune di avere una visione sul progetto di città futura

È un po' come comporre un puzzle senza avere sottomano la scatola con l'immagine finale. Cosa apparirà, una volta sistemate tutte le tessere? La metafora e la domanda portano la firma del presidente di Confcommercio Vicenza Sergio Rebecca, perché quel mosaico in costruzione non è un disegno astratto ma il capoluogo e il suo futuro urbanistico; e dunque sociale ed economico. Un futuro che Rebecca - e per estensione i duemila negozianti e i mille ristoratori e baristi attivi in città - non riescono a mettere a fuoco, attraverso la lente dell'amministrazione comunale. «Qual è la visione strategica complessiva della città di Vicenza dal punto di vista urbanistico?», è l'interrogativo con cui Rebecca rivolge un cortese ma fermo invito al sindaco Francesco Rucco «a un confronto su un master plan degli interventi che - afferma - per sua natura è uno strumento fondamentale d'indirizzo, flessibile e descrittivo, pertanto idoneo a gestire e far comprendere lo sviluppo della città futura». Questo alla luce dei «progetti che, se saranno realizzati, avranno un rilevante impatto sull'assetto del capoluogo», prosegue Rebecca.

 

I PROGETTI. Le "modifiche" più importanti, sono note: alta velocità, Bertoliana, Laghetto, parcheggi all'ex Macello e a Santa Corona, oltre che San Felice. «È chiaro che ai tremila commercianti al dettaglio e agli esercenti non è assolutamente indifferente l'impatto della Tav, con le conseguenti ricadute sull'area della stazione, sulle zone limitrofe e sulla viabilità cittadina, né come procederanno concretamente i progetti per la nuova biblioteca Bertoliana e quelli dei parcheggi all'ex Macello e Santa Corona, così come quanto accadrà a Laghetto o nella zona di San Felice con l'inserimento della questura», sottolinea il presidente Ascom. Se molte iniziative «prese singolarmente, vanno nella giusta direzione», per chi vive e lavora dentro le mura e nei quartieri «non ci si può però limitare a un giudizio parziale sulla trasformazione ipotizzata della città; è necessaria una visione complessiva e un confronto». A 360 gradi, visto che «anche del nuovo piano del centro storico non si sono più avute notizie», puntualizza Rebecca.

 

LA RICHIESTA. Di qui il tentativo dell'associazione, a gennaio («preoccupati dalla situazione di difficoltà sanitaria ed economica venutasi a creare con la pandemia Covid») di avviare una collaborazione con il Comune mediante una lettera in cui «si offrì la disponibilità ad un confronto conoscitivo sul tema, ritenuto fondamentale per il futuro della città». Una missiva indirizzata a Rucco e alla quale, allarga le braccia Rebecca, «non è stata data risposta».

 

IL PIANO MARKETING. Così come era passato apparentemente sottotraccia anche il famoso piano di marketing urbano consegnato da Ascom all'amministrazione in tempi pre-Covid, nel febbraio 2020. Linee guida preziose, a detta di Confcommercio, per tradurre dalla carta alla realtà le idee per "la Vicenza che verrà". Il rischio, altrimenti, è quello del puzzle alla cieca: «Condivido con il sindaco Rucco la citazione di De Gasperi secondo il quale "politica vuol dire realizzare" ma politica è ascolto, è condivisione - osserva Rebecca - Solo così la città cresce e migliora, evitando soluzioni che messe assieme sembrano più un patchwork che un vero disegno urbanistico». Un patchwork che si delinea «anticipazione dopo anticipazione». «Ma nemmeno i documenti del sindaco già illustrati al consiglio comunale e le altre circa 20 varianti al piano degli interventi già approvate aiutano a comprendere il quadro complessivo di città che si vuole».

 

L'INCERTEZZA. A preoccupare il mondo del commercio, «che deve decidere come muoversi» sono le evidenti ricadute - positive e negative - della rivoluzione urbanistica. «Dal disegno di come sarà la Vicenza del futuro dipendono la qualità del vivere, dell'accoglienza, le politiche di contrasto al degrado e alla desertificazione commerciale», è il pensiero degli operatori delle vendite e della ristorazione. «Insomma, dipenderanno, molto e inevitabilmente, le scelte ma anche gli investimenti che i singoli imprenditori del settore andranno a programmare per le loro attività», rincara il presidente.

 

IL DISEGNO. Fondamentali poi i macrotemi "verde e sostenibilità" "riqualificazione e rigenerazione". Un nodo cruciale soprattutto per le periferie, «che devono diventare zone in cui si vuole rimanere, comprare casa, investire», incoraggia Rebecca, citando l'architetto Renzo Piano e premendo quindi per una politica che metta in primo piano anche le aree normalmente meno sotto i riflettori. E però per fare tutto ciò, «per rammendare la città», ribadisce Rebecca, «bisogna conoscere la trama e l'ordito del tessuto urbano, così da preservarne o aumentarne il valore identitario, ambientale, sociale ed economico». Secondo il numero uno dei commercianti vicentini «serve, appunto, conoscere prima la strategia per avere una visione d'insieme degli interventi da compiere; senza questi elementi progettare il futuro diviene una impresa assai complessa e densa di incognite». 

Giulia Armeni

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