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Il concorso

L'Inps assume 50 addetti: caccia a giovani vicentini

Un posto fisso da impiegato pubblico. Un’ambizione destinata a realizzarsi nei prossimi mesi per 1.858 persone in tutta in Italia. Tanti sono i consulenti di protezione sociale di cui l’Inps è alla ricerca per rinnovare i propri uffici e sostituire il personale vicino alla pensione o già arrivato a fine carriera. Il bando pubblicato in Gazzetta ufficiale e in scadenza il 2 novembre punta a reclutare nuove risorse a tempo pieno e indeterminato e a rimpinguare soprattutto le sedi del nord. Tra queste c’è Vicenza, dove le assunzioni attese sono almeno una cinquantina. E potrebbero essercene molte altre nell’arco del prossimo triennio, dal momento che il fabbisogno di organico sul lungo termine è di gran lunga superiore (si parla infatti di oltre 5 mila posizioni solo nel 2021) ai posti vacanti già messi ufficialmente a disposizione. Si tratta, quindi, di un forte ricambio per la sede di corso San Felice e le agenzie periferiche della provincia di Vicenza, dove ad oggi lavorano 210 dipendenti. Meglio, quindi, che le nuove leve parlino vicentino, per non rischiare di perderle troppo presto tra le porte girevoli dei trasferimenti, investendo ore e ore di formazione per poi ricominciare daccapo. È questo il pensiero diffuso tra i corridoi dell’ente. Sia chiaro, il bando non mette paletti alla provenienza dei candidati, ma Dario Buonomo, direttore della sede berica dell’Inps, campano trapiantato al nord - non nasconde la speranza che i laureati vicentini rispondano in massa al concorso, invertendo quella tendenza che vuole i colleghi del sud più presenti nelle selezioni pubbliche.

«All’ultimo concorso del 2019, dei 58 assunti nella nostra provincia, solo 7 erano residenti nel Vicentino – spiega il numero uno dell’istituto -. Ma non è certo un caso, ci ritroviamo sempre in queste condizioni. I concorsi banditi dall’Inps sembra abbiano più appeal al sud, mentre i laureati del nord sono più attratti dal mercato del lavoro privato». Fin qui nessun problema, ma quando i posti appena occupati si liberano in fretta, allora per la macchina organizzativa qualche inciampo può crearsi. «È vero che esiste un vincolo formale a restare nella sede di destinazione per 5 anni dopo l’assunzione – prosegue Buonomo -, ma poiché l’istituto si trova sotto organico su tutto il territorio nazionale e al sud c’è un numero di pensionamenti maggiore, esiste il concreto rischio di perdere le risorse su cui si è appena investito anche prima del trascorrere dei 5 anni. Spesso in virtù dei bandi di mobilità, poiché chi è del sud e viene assegnato in qualche sede dell’Italia settentrionale, tende poco dopo a chiedere di poter tornare a casa».

Un copione visto più volte, rimarca il direttore: «Avere a disposizione dei lavoratori del posto, invece, consente una programmazione più ampia e un investimento in formazione più duraturo, insomma una prospettiva di maggiore stabilità. L’Inps è un volano per l’economia di Vicenza e il territorio dovrebbe difendere il servizio dell’ente». Il concorso in questione è rivolto a laureati (da finanza a ingegneria gestionale, da relazioni internazionali a giurisprudenza, solo per citare alcune delle discipline) e prevede due prove scritte e una prova orale. Con una preselezione solo nel caso pervenissero più di 25 mila domande di adesione. Da qui l’appello di Buonomo: «Il ruolo è attrattivo. I nuovi consulenti entreranno in servizio già in primavera, avranno un inquadramento C1 con una retribuzione iniziale di 30 mila euro lordi l’anno e potranno nell’immediato accedere ad avanzamenti di carriera». Come dire: “Vicentini, accorrete”. 

Laura Pilastro

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