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Insegna il Tai Chi
negli uffici cinesi
«Si lavora meglio»

Il maestro Tiancai nella palestra di Altavilla. FOTO ALBERTO MASSIGNAN
Il maestro Tiancai nella palestra di Altavilla. FOTO ALBERTO MASSIGNAN
Il maestro Tiancai nella palestra di Altavilla. FOTO ALBERTO MASSIGNAN
Il maestro Tiancai nella palestra di Altavilla. FOTO ALBERTO MASSIGNAN

Laura Guarducci

ALTAVILLA

Un buon rendimento sul lavoro parte anche dal benessere fisico. Quest’idea, per taluni ovvia, ma in realtà non sempre presa in adeguata considerazione, è ben radicata in Cina dove gli impiegati del settore pubblico ricevono mensilmente, nello stipendio, un bonus per l’attività sportiva.

Uno strumento simile potrebbe rivelarsi utile anche in Italia, magari nelle situazioni caratterizzate da un tasso significativo di assenteismo.

Nell’attesa di veder attuare nel nostro Paese, attraverso azioni politiche mirate, queste iniziative di promozione dello sport come incentivo al lavoro, ci si può ispirare all’Oriente per combattere lo stress e “staccare la spina”. A questo scopo, nell’ottica di “allenare l’intenzione, per muovere l’energia”, una trentina di appassionati di Tai Chi provenienti da Firenze, Pistoia, Modena, Bologna, Rovigo, Venezia, Mestre, Gorizia, si sono dati appuntamento alcuni giorni alla palestra Valmarana di Altavilla, per una lezione con Zhu Tiancai, 72 anni, uno dei più illustri maestri al mondo di quest’arte marziale.

Tiancai era stato altre volte in Italia, ma l’appuntamento di Altavilla potrebbe rappresentare il suo ultimo soggiorno nello Stivale, dove ha numerosi estimatori e allievi.

Alcuni di questi ultimi sono a loro volta insegnanti, come Andrea Gentilin, Fabio Smolari, Valter Corrain e Stefano Nordio, che da anni si recano in Cina nella “casa-pagoda” del maestro Tiancai a Chenjiagou, un paesello di duemila anime nella provincia dell’Henan, che è considerato la “culla” del Tai Chi.

«Circa 600 anni fa la famiglia Chen, di cui io sono un rappresentante della diciannovesima generazione - ha raccontato ad Altavilla il maestro cinese - ha cominciato ad insegnare il Tai Chi alla gente di campagna del villaggio. Nel 1800 un forestiero restò a lungo ad apprendere le pratiche tradizionali della famiglia, poi si trasferì altrove e da quel momento quest’arte marziale si diffuse oltre i confini dell’Henan».

Riguardo ai benefici del Tai Chi in termini di rendimento professionale, Zhu Tiancai ha argomentato: «Sono stato inviato nelle metropoli di Shangai e Pechino ad insegnare a quadri e dirigenti in azienda, nelle compagnie aeree ed al ministero della Cultura per elargire corsi al personale. La concentrazione è aumentata e le persone erano più calme e distese, capaci di togliere dalla mente i pensieri che distraggono ed impediscono una visione chiara ed un pieno controllo delle azioni».

«Il Tai Chi prevede il movimento e questo lo rende più efficace - ha precisato il maestro - rispetto ad altre pratiche in posizione statica oggi diffuse, come la Mindfulness», un insieme di insegnamenti buddisti, zen e yoga, in voga dagli anni Settanta.

Per migliorare ulteriormente i risultati sul piano della salute, secondo Tiancai, si possono utilizzare alcune tecniche di medicina cinese che, sulla base degli insegnamenti dei monaci Shaolin, «propongono una visione complessiva di corpo, mente e spirito – ha spiegato il medico Leo Chen, che opera a Montecchio Maggiore - e non si limitano a curare il sintomo, ma sono volte a risolvere il problema alla radice».

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