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Vicenza

Impone l’amante in casa e pesta la moglie. Condannato a 4 anni di reclusione

La procura contesta all’imputato maltrattamenti e violenze, reati che rientrano fra quelli compresi nel “codice rosso”
La procura contesta all’imputato maltrattamenti e violenze, reati che rientrano fra quelli compresi nel “codice rosso”
La procura contesta all’imputato maltrattamenti e violenze, reati che rientrano fra quelli compresi nel “codice rosso”
La procura contesta all’imputato maltrattamenti e violenze, reati che rientrano fra quelli compresi nel “codice rosso”

Aveva imposto alla moglie un ménage à trois: lui in camera matrimoniale con l’amante, lei sul divano. Era giunto a tanto dopo averla maltrattata per anni, e dopo averla violentata. Per questi comportamenti, il collegio presieduto da Amedoro ieri pomeriggio ha condannato V. C., cittadino romeno di 38 anni, oggi residente a Camisano (le iniziali sono a tutela della presunta vittima, altrimenti riconoscibile), a 4 anni di reclusione. Accolta la ricostruzione della procura, con il pubblico ministero De Munari, che aveva chiesto 6 mesi in più. L’imputato, difeso dall’avv. Ronny Spagnolo, è stato ritenuto colpevole di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale; dovrà risarcire la ex, una vicentina di 31 anni, parte civile con l’avv. Cristina Bissacco, con 15 mila euro oltre alle spese.

In base a quanto ricostruito dalla procura, che aveva ottenuto che il giudice firmasse un provvedimento di allontanamento dell’imputato dalla giovane, la coppia era stata sposata a lungo, dopo essersi conosciuta giovanissima. I fatti contestati erano iniziati ancora nel 2012, ed erano avvenuti fra Vicenza e l’Est Vicentino. Un crescendo di prevaricazioni e di umiliazioni sfociato prima nella fuga della donna da casa, e poi nella denuncia che ha portato al processo con rito immediato. 

Per sei anni, lei aveva subito le angherie del marito che l’aveva trattata peggio di una serva. La insultava per ogni sciocchezza: se non gli andava bene il programma che lei aveva scelto in tv, se non aveva preparato la cena che lui quella sera gradiva, se non comprava al supermercato quello che secondo lui era giusto comprare. L’aveva anche minacciata, alzando le mani.

La situazione era precipitata negli ultimi mesi del 2018, quando lui aveva intrapreso una relazione sentimentale con un’altra donna. I litigi a quel punto erano stati frequenti e molto accesi, al termine dei quali lui picchiava duramente la moglie, fino a ricoprirla di lividi. E a organizzare la vita famigliare in maniera quanto meno singolare: si era portato l’amante in casa. Con il risultato che lui andava a dormire con l’altra in camera matrimoniale, mentre la moglie restava sul divano.

Quest’ultima, dopo un po’, se n’era andata, ma lui aveva trovato il modo di farla penare ancora. Come quando le aveva teso un agguato fuori dal suo posto di lavoro, aggredendola, minacciandola e tirandola per i capelli.  La giovane era stata costretta in un paio di occasioni a tornare a casa. Lui l’aveva pesantemente minacciata, anche di morte, e in entrambi i casi l’aveva costretta a rapporti sessuali con la violenza. Nei giorni successivi, le aveva spedito anche alcuni messaggi minatori. Lei, esasperata e sconvolta, aveva trovato il coraggio di denunciarlo dando il via alle indagini. 

V. C. ha sempre negato di avere commesso reati. La difesa ha sottolineato come l’ex moglie viva da anni in Romania, e non si sia presentata in tribunale; non solo, il tribunale civile aveva affidato i figli al marito, che evidentemente non era così violento. Per i giudici, però, va condannato: 4 anni. 

 

Diego Neri

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