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Il virus si sta confermando uno dei più pesanti degli ultimi 15 anni e si avvicina al picco

Franco Pepe Un bollettino di guerra. Una bomba di influenza. Da capodanno un’ondata rapidissima, in netto anticipo sulle previsioni. Ospedale quasi al collasso, lavoro in emergenza ma il personale, anche se messo a dura prova, regge bene a una domanda che continua a non lasciare tregua. I mille posti-letto dell’ospedale sono pressoché tutti occupati. LA MAZZATA. Ieri pomeriggio, per i ricoveri d’urgenza, restavano disponibili solo 4 letti in medicina e 1 in geriatria. Una ininterrotta processione di malati in pronto soccorso e personale sotto pressione. Verso sera si era già a 300 accessi. Precedenza assoluta a codici rossi e gialli. Lunghe file di codici verdi e bianchi. Nessun posto libero neppure nei 14 letti dell’Obi, l’Osservazione breve intensiva. Code impressionanti di anziani, alcuni in grave difficoltà per le complicanze cuore-polmone di un’epidemia che si sta confermando tra le più aggressive degli ultimi 15 anni. Fumatori in apnea. Ma tanti anche i giovani che hanno chiesto aiuto ai medici del reparto d’urgenza diretto da Francesco Corà prostrati da diarrea, vomito e dai sintomi gastro-intestinali di una forma virale che attacca non solo le vie respiratorie e si sta avvicinando al picco con un andamento atipico. A sorprendere è la fulmineità e la potenza del contagio. Il virus - domina il ceppo di tipo B Yamagata - colpisce in un brevissimo periodo di tempo e si diffonde altrettanto velocemente. La febbre alta non dura solo 3-4 giorni ma va oltre la settimana, e le ricadute sono frequenti. Subentrano i dolori articolari, le riniti, le tracheiti. Non bastano più i classici 2-3 giorni di riposo, ma la spossatezza persiste a lungo, anche quando si è sfebbrati, e questa influenza 2018 lascia uno strascico di tosse secca e stizzosa che va avanti anche per 15 giorni. SOS BAMBINI. Overbooking la pediatria. I 18 posti-letto ordinari più 6 supplementari restano occupati da settimane. Flusso costante in pronto soccorso pediatrico di bambini intontiti dalla febbre e sala di attesa stracolma di genitori in ansia. Anche qui infezioni respiratorie e attacchi gastro-intestinali. Ieri si è arrivati a 70 visite. Grosso impegno dello staff guidato dal primario Massimo Bellettato che, con questi ritmi, è destinato a toccare il vertiginoso tetto delle 20 mila visite in un anno. Tre bambini, in condizioni più serie, il primi per una polmonite, sono controllati a vista in terapia intensiva pediatrica. Insomma, anche se il report della Regione continua a diffondere notizie rassicuranti sulla diffusione dell’influenza, la realtà, vissuta sul campo, sembra diversa. Secondo i dati dei 104 medici “sentinella” nel Veneto sarebbero state colpite dal virus poco più di 30 mila persone, con un’incidenza di 6,15 casi ogni 1000 assistiti, circa la metà rispetto alla media nazionale di 13,24. La verità è che solo nel Vicentino gli influenzati sono decine di migliaia, che risultano già decimate molte scuole visto che i bambini, soprattutto i più piccoli, sono vittime privilegiate dell’influenza. AMBULATORI INTASATI. Non va meglio negli studi dei medici di base. Anche da loro domanda al rialzo, con un particolare importante. Giovani e adulti in crisi. Più protetti gli anziani over 65 anche perché quest’anno sono state consumate più dosi di vaccino antinfluenzale («Abbiamo immunizzato 2 mila 300 persone», dice Mauro Loison della medicina di gruppo integrata di viale Trieste), e se, 1 caso su 20, l’influenza non risparmia neppure chi si è vaccinato, la copertura tiene: «La malattia - spiega Michele Valente, presidente dell’Ordine dei medici - ha una forma più leggera e scompare nel giro di 3 giorni». Sì agli antifebbrili. Evitare sbalzi di temperatura («Sono il brodo di coltura dei germi», dice il dott. Pierluigi Zaccaria). Utile «lavarsi spesso le mani». Non ricorrere agli antibiotici. «Non servono – chiarisce il dott. Matteo Tecchio - . L’influenza è una malattia virale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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