Le imprese vicentine e venete rischiano danni irreparabili a causa dell'emergenza coronavirus: «Noi non possiamo uscire dai confini e i nostri clienti non possono entrare: è rischio paralisi».
«Adesso ci trattano come appestati - avverte allarmato Massimo Carboniero, presidente dell'Ucimu (Unione costruttori italiani macchine utensili) - e ci impediscono di andare a fare business dove vogliamo. E parliamo di zone del Nord Est lontane dai focolai del virus. Sono il primo a dire che sulle questioni sanitarie non di discute e che bisogna prendere tutte le precauzioni. Ma ho la sensazione che noi imprenditori stiamo pagando un prezzo fin troppo salato: le nostre imprese non possono reggere a lungo una situazione del genere».
«Servono maggiori linee guida per imprese e cittadini sui rischi effettivi di contagio - scrive in una nota il presidente di Confartigianato Veneto, Agostino Bonomo - togliendo così spazio a ingiustificati allarmismi e psicosi. E serve che il nostro ruolo di "corpo intermedio" sia valorizzato da tutti i livelli politici. L'essere soggetto sociale di Confartigianato si declina infatti nella tutela non solo degli interessi economici ma anche dei territori in cui operiamo. Auspico quindi che prosegua e si intensifichi il confronto di Governo e Regioni con le associazioni di rappresentanza delle imprese in modo che tra le azioni a supporto del Sistema-Italia in questa difficilissima fase congiunturale, sanitaria e sociale, non manchino quelle a supporto sistema economico».