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Il Covid nel Vicentino

Il virus corre tra i banchi: casi positivi in 74 scuole, 850 ragazzi in quarantena

Lo scenario sta diventando esplosivo. Il conto sale ogni giorno. Sono 337 gli istituti presi in carico dal Sisp dall’inizio dell’anno scolastico. Oltre 8 mila ragazzi coinvolti. Due mesi fa, una settimana dopo il ritorno della didattica in presenza, erano 25 i casi di Covid e 3 le classi chiuse. Un mese fa già 100 scuole erano cadute nella morsa del virus e 17 classi erano finite in quarantena. Oggi sono 74 le scuole del territorio dell’Ulss Berica nelle quali si registra almeno un caso di contagio e sta indagando il nucleo-scuole del Servizio guidato da Teresa Padovan. Il bilancio è, in questo momento, di 34 classi ufficialmente in quarantena e di 850 ragazzi chiusi in casa - i vaccinati, secondo disposizioni ministeriali, per una settimana; i non immunizzati per 10 lunghi giorni - perché al setaccio dei controlli è rimasto emerso un secondo alunno o studente positivo. 
Le situazioni al vaglio degli operatori del Sisp riguardano 36 elementari, 16 superiori, 12 medie, 6 materne, 4 nidi. Zona pericolo, in questa quarta ondata dominata dall’aggressiva variante Delta Plus, si rivela sempre più l’ovest, e terreno minato soprattutto la città e l’immediato hinterland. Il vento è cambiato rispetto alla seconda e soprattutto alla terza ondata, da ottobre del 2020 a marzo di quest’anno, quando l’80 per cento dei focolai scolastici con la chiusura forzata e protratta di interi plessi divampava fra Recoaro, Valdagno, Arzignano, Chiampo e Montecchio. Anzi, questa volta, il capoluogo sta diventando il baricentro del rischio. E cambia pure l’anagrafe dei contagi scolastici. 
Nelle prime settimane l’infezione circolava soprattutto fra i più piccoli che frequentano i nidi e le scuole dell’infanzia. Ora l’asse si è decisamente spostato fra i più grandicelli dalle elementari fino ai licei. Se continua a preoccupare l’avanzata del Covid nella popolazione in generale, adesso l’anello più debole della catena diventano, dunque, le scuole per la presenza di un numero ancora troppo esiguo di vaccinati fra bambini e ragazzi in una fase in cui il virus attacca con maggiore foga proprio giovani e giovanissimi. Il numero dei focolai cresce a velocità sostenuta. E le sensazioni non sono purtroppo favorevoli. 
Il susseguirsi costante di classi che finiscono in quarantena o comunque in sorveglianza attiva è più che un segnale di allarme per questa impennata di contagi nelle scuole che fa temere un ulteriore aumento di ragazzi in isolamento e di aule sbarrate per l’arrivo travolgente del Covid mutato e più contagioso. Il fenomeno è diffuso in tutta Italia, dal nord al sud della penisola, tanto che - spiega la direttrice del Sisp - a livello centrale, si sta studiando un nuovo protocollo per il fatto che come tamponi e controlli non si riesce più a stare dietro ai cluster, agli intervalli di tempo da dover rispettare, alle procedure da mettere in atto con la massima tempestività nell’interazione fra dirigenti scolastici e Ulss. La proposta avanzata da parte di qualche regione è che, con una incidenza così alta di casi, i controlli a tappeto partano solo se in una stessa classe si registrino due casi di contagio. Attualmente la regola è che gli alunni che restano a casa facciano il primo test entro 48 ore dalla comunicazione del positivo. Se è negativo rientrano, ma devono poi sottoporsi al secondo dopo 5 giorni.

 

Franco Pepe

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