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La polemica

Il Consiglio comunale di Vicenza si infiamma con il caso bestemmia

Clima bollente ieri sera in sala Bernarda per un'affermazione del consigliere Raffaele Colombara (Foto Archivio)
Clima bollente ieri sera in sala Bernarda per un'affermazione del consigliere Raffaele Colombara (Foto Archivio)
Clima bollente ieri sera in sala Bernarda per un'affermazione del consigliere Raffaele Colombara (Foto Archivio)
Clima bollente ieri sera in sala Bernarda per un'affermazione del consigliere Raffaele Colombara (Foto Archivio)

Il tentativo di dire il peccato, ma non il peccatore Roberto Cattaneo lo fa: «Certe espressioni contro un culto religioso non vanno bene. Lo dico senza fare nomi, ma invito chi ha fatto l'imprecazione a non farlo più, perché non è corretto all'interno di un'assemblea dove noi rappresentiamo la nostra città». Sono passate quasi tre ore dall'inizio del consiglio comunale quando esplode il caso destinato a catalizzare l'attenzione dentro e fuori palazzo Trissino. Il clima in aula si è in realtà già scaldato in un botta e risposta continuo tra maggioranza e minoranza, da Campo Marzo, ai rifiuti, dalle variazioni di bilancio, ai fondi Pnrr.

Ed è proprio in questa atmosfera che si contestualizza il "fattaccio", ossia una presunta imprecazione a mezza voce - fuori dall'intervento ufficiale - dai banchi di sala Bernarda. Ma di chi è la voce? L'omissione sull'identità serve a poco. Il primo a intervenire, dopo Cattaneo, è il presidente del Consiglio comunale Valerio Sorrentino con un richiamo generico: «Chiedo ai consiglieri, se è vero quello che dice il consigliere Cattaneo, anche nella foga, di evitare certe espressioni che offendono i consiglieri oltre che ovviamente le divinità in cui qualcuno crede».

Passa più o meno un nanosecondo e qualcuno "ricorre al Var". Telefonino alla mano si ripercorrono i momenti caldi della discussione per capire l'origine di tutto. Il link inizia a rimbalzare tra i cellulari, portandosi dietro quella che sembra avere l'aria - o meglio il suono - di una bestemmia. Lo streaming non perdona e registra non solo le parole, ma anche il volto, che è quello di Raffaele Colombara, di Quartieri al centro. Al momento della chiamata al voto di Sorrentino per la delibera sulle variazioni di bilancio Colombara, fuori dall'intervento ufficiale, si lascia andare in un «che i sea vota da soli...» seguito dalla presunta bestemmia. Questo intercetta il microfono. Il vicino di banco, Dodo Nicolai (Coalizione civica), assicurerà poi di aver «sentito distintamente "caro"». Colombara è sicuro di aver detto al massimo "zio caro".

A queste latitudini la varietà, in fatto di imprecazioni, è notoriamente ampia, con molte variazioni sul tema. Si va, in effetti, dal palese richiamo divino a soluzioni più edulcorate. Il nastro restituirebbe la versione "originale", ma qualche dubbio è legittimo, visto che la registrazione resta sospesa sul finale e il tono di voce è calante. Ormai però il caso è esploso. Leonardo De Marzo, consigliere comunale di Idea Vicenza, fuori dall'aula va dritto al punto: «È nota la mancanza di rispetto del consigliere comunale verso i membri della maggioranza con toni veementi ed espressioni fuori luogo - dice - ed è vero il detto "chi è senza peccato scagli la prima pietra", ma in sala Bernarda, visto il rispetto che meritano il luogo e i cittadini, le bestemmie le lasci fuori dalla porta».

Nel giro di mezz'ora ci pensa il deputato di Forza Italia Pierantonio Zanettin ad allargare i confini della polemica: «Avevamo ormai visto di tutto in politica, ma almeno il consiglio comunale di Vicenza finora sembrava essere stato risparmiato dal peggiore malcostume. Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata sdoganata la bestemmia. La sala Bernarda in tanti decenni di vita politica ha assistito anche ad asprissimi confronti, ma un livello così basso non è stato mai raggiunto».

Colombara non sfugge alla replica, ribadendo di non aver bestemmiato e di aver detto "caro". «Al di là dell'espressione più o meno colorita e di come può essere stata interpretata - dice - il fatto che la maggioranza, invece di rispondere sui veri problemi, abbia bisogno di stigmatizzare quello che viene detto a microfoni spenti da chi fa delle critiche la dice lunga della sua pochezza e di come pensano di nascondere in questo modo il fatto che sono inconcludenti, che per un amministratore è la vera cosa grave». E su Zanettin rincara: «Quando è stato chiamato a portare forze dell'ordine a Vicenza non è riuscito nel risultato. Queste sono le uniche cose che riesce a fare». 

Alessia Zorzan

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