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Vicenza

Il colloquio è al bar
Trovare un lavoro
in soli sette minuti

Domanda e offerta si incontrano al tavolo di un bar per il primo Job Speed Date vicentino. COLORFOTO
Domanda e offerta si incontrano al tavolo di un bar per il primo Job Speed Date vicentino. COLORFOTO
Domanda e offerta si incontrano al tavolo di un bar per il primo Job Speed Date vicentino. COLORFOTO
Domanda e offerta si incontrano al tavolo di un bar per il primo Job Speed Date vicentino. COLORFOTO

Trovare lavoro in sette minuti, conoscendo il possibile capo seduti intorno ad un tavolino nel giardino di un bar, presentandosi al meglio mentre a pochi metri il resto del mondo si dedica all’happy hour, tra spritz, patatine e risate. E ripetere la presentazione per sei volte ad altrettanti esaminatori in poco meno di 45 minuti. Illusione? No, realtà. Perché è esattamente quanto successo martedì sera al bar Sartea in corso San Felice. Lì è stato ospitato il primo Job Speed Date della città. L’iniziativa porta la firma di Cercando il lavoro e Comune che hanno rivisitato la formula che, in altri eventi, aiuta i single a incontrarsi. Il principio è lo stesso: far colpo sull’interlocutore in brevissimo tempo giocando la carta dell'empatia. I primi riscontri già mercoledì mattina. Su 24 candidati, fanno sapere da Cercando il Lavoro, «le 12 aziende esaminatrici alla ricerca di un impiegato commerciale hanno preso in considerazione 6 persone». Si tratta, spiegano gli addetti «di un interessamento ai curriculum nato dopo la chiacchierata». Per i fortunati un’iniezione di fiducia in attesa, forse, di discutere di contratti e stipendi.

Ma questo è successo ieri, martedì gli stati d’animo erano ben diversi, sia per i candidati sia per i rappresentanti delle aziende non abituate a giocare in campo neutro. Sono le 18.30 quando i candidati entrano nel bar. Entrano alla chetichella, sono più donne che uomini, il più giovane è nato nel 1986, il più vecchio, per modo di dire, ha 45 anni. C’è chi ha preferito il completo e la cravatta e chi veste casual ma sono tutti accomunati dall’essere senza occupazione da un anno o più. Tutti sorridono ma la tensione è palpabile, tra l’imbarazzo di un colloquio dove in teoria tutti possono ascoltare tutto di tutti, e «la paura di essere giudicati», confida un candidato.

Nell’attesa si parla poco e tutti incrociano le dita augurandosi buona fortuna a vicenda. Poco dopo le 19 il primo gruppo, dodici persone, si siede davanti agli esaminatori. Suona una campanella e il colloquio inizia. Trascorrono sette minuti, la campanella suona ancora e i candidati cambiano posto con il vicino. Poi, la scena si ripete ancora, sei volte in tutto. «Speriamo bene - riesce a dire una ragazza sui trent’anni - sono disoccupata da un anno, ormai le ho provate tutte». «Sono contento di essere riuscito a rimettermi in gioco anche in questo modo», dice un altro.

Gli organizzatori sono soddisfatti. «I candidati hanno partecipato a un corso di formazione per essere in grado di affrontare l’incontro con le aziende», spiega Juri Devigili, responsabile del progetto. Si tratta «di un’esperienza nuova, fuori dagli schemi in un ambiente informale. La novità è che grazie a delle schede di valutazione, a esprimere un giudizio non saranno solo gli esaminatori sui candidati ma anche i candidati sugli esaminatori».

«L’importante è motivare queste persone – osserva Chiara Tasinazzo, una delle Life e business coach che ha tenuto i corsi –. Abbiamo lavorato molto sul linguaggio e sull’aspetto psicologico. Su 24, almeno 10 erano con il morale a terra. I cambiamenti possono avvenire solo se lo stato d’animo è positivo».

E allora quali sono i segreti per “far colpo” durante un colloquio? «Se io sono la candidata – consiglia Tasinazzo – devo portare l’interlocutore a immaginarmi all’interno dell’azienda. Devo riuscire a valorizzare le mie competenze, soprattutto quelle trasversali: empatia, capacità di lavorare in gruppo. Ciò che invece è necessario evitare è informare su ciò che non si è capaci di fare e togliere il “condizionale” dalle frasi. Non si trova lavoro stando a casa. E, in questi casi, o si vince o si impara». Il prossimo Job Speed Date? Per ora bocche cucite, mentre c’è già chi sogna un evento in piazza.

Federico Murzio

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